lunedì 29 luglio 2013

Un giudizio sui giudizi inseriti su IBS

Come promesso in precedenza, mi sono divertito a recensire un po’ di recensioni.



Da qualche tempo ho preso l’abitudine, quando voglio raccogliere più informazioni su un determinato libro, di andare a consultare anche i giudizi che molti lettori inviano a quel sito di vendite on-line che è IBS.it. Per ogni libro in elenco c’è la possibilità da parte di tutti di inserire un sintetico giudizio insieme ad un voto che va da 1 (pessimo) a 5 (eccezionale), voti dai quali il sito trae una media che viene riportata al di sotto del libro in questione insieme ai commenti stessi.  Le opinioni che appaiono in cima alla lista sono le ultime inserite, e per andare a guardare le prime bisogna cliccare sugli elenchi di recensioni che appaiono in fondo alla lista di giudizi.
Ritengo che sia utile leggere questi giudizi per avere un’idea di massima del libro che si intende leggere o comperare, anche se a volte, soprattutto nei primi tempi in cui avevo iniziato questo giochetto, mi capitava di rimanere un po’ spiazzato dall’estrema discordanza di idee che vi riscontravo. Ad una lettura superficiale sembra che sia vero tutto e il contrario di tutto: per uno stesso libro si può andare dai 5 del capolavoro agli 1 della schifezza, cosa che riflette l’infinita varietà di gusti delle persone. Ma si possono trovare anche parecchie incongruenze: c’è gente che mette un 5 dicendo che il libro avrebbe potuto essere scritto meglio (e allora non potevi dare 4?), e gente che dà 1 ma che per qualche ragione ammette che il libro può essere salvato (e allora perché non hanno dato 2 o 3?). Senza contare che l’amico di un autore inserirà sempre un giudizio positivo, così come la segretaria della casa editrice, mentre potrebbero esserci giudizi negativi affibbiati per ripicca.
Non voglio sindacare sul fatto se i giudizi siano sballati o meno, solo che in generale bisognerebbe attenersi alla regola di non ritenerli sempre attendibili al 100%. I giudizi negativi andrebbero presi con le molle perché potrebbero essere stati inseriti da ignoranti completi (trovi giudizi da 1 stracolmi di errori d’ortografia, il ché ti lascia dubitare sul loro valore effettivo) o da qualcuno a cui l’autore ha pestato un piede, e lo stesso per quelli smaccatamente positivi  (soprattutto per i libri di recente pubblicazione) che ti fanno sospettare del reale disinteresse del giudicante.
Ma facciamo qualche esempio pratico analizzando i giudizi riscontrati su una serie di libri conosciuti da molti:
La forma dell’acqua – Andrea Camilleri – media 3.78 su 5 – Il primo Montalbano lascia il pubblico dei lettori un po’ diviso sul suo valore.
Un uomo – Oriana Fallaci – 4.54/5 – Quasi tutti positivamente d’accordo sul racconto della vita di Panagulis, ma c’è chi gli ha dato 2 non capendo nemmeno che non stava leggendo un romanzo.
Il mercante di libri maledetti – Marcello Simoni – 2.74/5  – Dai 5 che lo osannano (ma guarda caso sono per lo più tra i primi giudizi inseriti…) agli 1 che lo proclamano una solenne schifezza. Per me è buona la seconda. A mio parere il libro è veramente brutto e scritto male, e ritengo che i primi 5 siano stati inseriti da persone compiacenti quando non addirittura interessate a pubblicizzarlo.
La condanna del sangue – Maurizio De Giovanni – 4.06/5 – La maggior parte sono 4 e 5, ma trovi un 1 in cui il giudicante lo definisce “dilettantesco” (???). A proposito, la recensione di questo libro verrà postata prossimamente su questi schermi.
3 metri sopra il cielo – Federico Moccia – 3.75/5 –  Anche qui la maggior parte sono 4 e 5, ma ti accorgi dallo stile che sono di ragazzine quattordicenni in piena crisi ormonale; gli 1 sono di persone forse un po’ più in là con l’età.
50 sfumature di grigio – E. L. James – 2.16/5 – Diavolo! Quasi tutti lo giudicano pessimo, ma è il libro più venduto degli ultimi anni! O sono tutti ipocriti, o la potenza della pubblicità è impressionante, o c’è qualcosa che non funziona nei gusti (erotici? letterari?) della gente.
Il segreto di Angela – Francesco Recami – 1.5/5 – Ci sarebbe da ammirare l’autore per aver messo tutti d’accordo. In negativo.
Il Codice Da Vinci – Dan Brown – 3.76/5 –Questo fenomeno editoriale viene bocciato da quelli che si ritengono più acculturati, mentre quelli che si accontentano di leggere un buon romanzo lo promuovono.
Il barone rampante – Italo Calvino – 4.08/5 – Anche qui le incongruenze: c’è chi dice che è bello ma poi mette 1. Mah! Avranno ritenuto invertita la scala di valori?
L’alchimista – Paulo Coehlo – 3.88/5 – C’è chi lo giudica un libro mozzafiato, imperdibile, e chi dice che è noiosissimo, con i concetti presi pari pari dai Baci Perugina.
Vendita galline km.2 – Aldo Busi – 5/5 – Tutti d’accordo all’unanimità, per una volta. Ma sono solo due giudizi. Saranno proprio autentici? Leggermente di parte?
Il nemico – Lee Child – 5/5 – Anche in questo caso sono solo due giudizi, ma come non essere d’accordo con loro?
La casa degli spiriti – Isabel Allende – 4.30/5 – Il miglior libro della Allende trova quasi tutti concordi, ma c’è anche chi l’ha trovato una vera noia.
Il vendicatore – Frederick Forsyth – 4.32/5 –Un parere da 1 riporta che è il peggior libro che il giudicante abbia mai letto. Fortuna che i restanti 5 non sono d’accordo, e io sono con loro.
Il giorno dello sciacallo - Frederick Forsyth – 4.86/5 – Come volevasi dimostrare, Forsyth è sempre Forsyth.
Il nome della rosa – Umberto Eco – 4.02/5 – C’è chi lo trova una delusione e chi noiosissimo, ma la maggior parte ne riconoscono l’indiscutibile valore.
Un po’ di classici:
Il vecchio e il mare – Ernest Hemingway – 4/5 – Quelli che non hanno dato 5 dicono che come capolavoro è un po’ noioso, e c’è anche un 1 proveniente da una quindicenne alla quale è stato imposto a scuola. Una dimostrazione di come la scuola distrugga il piacere di leggere.
Furore – John Steimbeck – 4.93/5 – Uno di quelli che sembrano mettere tutti d’accordo. Il voto più basso è 4.
Lo straniero – Albert Camus – 4.60/5 – Sembrano quasi tutti concordi sulla genialità dell’autore, ma c’è un 1 che lo definisce noiosissimo.
Le 120 giornate di Sodoma – Francois Donatien De Sade – 2.42/5 – I lettori si dividono in due fazioni tra le quali domina chi lo trova volgare e ributtante, ma ci sono anche i 5. Io non l’ho letto per intero ma trovo che, al di là di crudezza e volgarità, vi si alternino brani noiosi a tratti dal valore letterario indiscutibile.
Madame Bovary – Gustave Flaubert – 3.55/5 – Per lo più sono 5, ma la media è abbassata dagli 1 scritti da ragazzini obbligati a leggerlo a scuola (si riconoscono dalle abbreviazioni ad uso telefonico), e pure da una che lo ritiene “inutile e insignificante” (!!!).
Il rosso e il nero – Stendhal – 4/5 – Flaubert e Stendhal possono essere considerati i padri del romanzo moderno, ma l’andamento lento di stili ormai sorpassati si fa sentire nei giudizi.
Il grande Gatsby – Francis Scott Fitzgerald – 3.8/5 –  Giudizi altalenanti. Comprendo anche che possa non piacere, ci mancherebbe, ma sostenere che la storia non ha né capo né coda significa che non ne hai capito proprio nulla…
Guerra e pace – Lev Tolstoj – 4.63/5 – Tutti d’accordo su Tolstoj, il voto più basso è 3.
Delitto e castigo – Fedor Dostoevskij – 4.33/5 – Idem, il voto più basso è 4.
I promessi sposi – Alessandro Manzoni – 3.78/5 – Più che per come è scritto, i giudizi si contrappongono sui significati religiosi: gli anticlericali lo butterebbero nella spazzatura, i cattolici praticanti lo esaltano. Le dieci volte che ho provato a leggerlo non sono mai riuscito a proseguire oltre pagina 20, ma ho degli amici ai quali è piaciuto molto.
Ulisse – James Joyce – 4.23/5 – Non commento: anche in questo caso vorrei veramente essere riuscito a proseguire oltre il primo capitolo dell’opera che ha scardinato la concezione classica del romanzo.
Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust – 4.44/5 –  Delle 3800 pagine di Proust ne ho lette solo 1200, ma sono lo stesso d’accordo con quasi tutti i giudizi più alti. Chi non ha dato 5 in genere si dispiace del ritmo lentissimo, ma la capacità dell’autore di vergare periodi stupefacenti lo ha fatto eleggere non a caso come più bel romanzo del ‘900.
Basta così, altrimenti si fa troppo noiosa. La conclusione è che per poter ottenere un riscontro valido o un consiglio di lettura spulciando tra questi giudizi bisogna innanzitutto saper leggere tra le righe e mediare le opinioni, un po’ come fanno i giudici di alcune specialità olimpioniche che scartano il risultato più alto e il più basso e calcolano poi la media tra i rimanenti. Non puoi lasciarti influenzare da un 1 quando i restanti trenta sono 4 e 5, e viceversa non puoi tenere in considerazione colui che su un libro scrive una critica professionale di cinquanta righe inneggiandone a stile e contenuti, quando i successivi venti giudizi lo considerano un’emerita porcata e si domandano se il primo giudicante abbia bevuto.
Da parte mia continuerò a soddisfare le mie curiosità con questo divertimento, e nello stesso tempo continuerò a stupirmi di quanto sia alto il numero di persone che su alcuni argomenti non la pensano come me.
Il Lettore & il Valutatore

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