venerdì 26 luglio 2013

Locke & Key

Non me ne vorranno gli esperti della materia, e già vedo in prima fila Il Faro del Glifo pronto a bacchettarmi, ma dal momento che leggo anche parecchi fumetti penso che mi concederò ogni tanto il piacere di parlarne su queste pagine, senza pretendere peraltro di soddisfare quelli che in questo campo ne sanno più di me.
Scrivevo in un’altra occasione che quanto a valore letterario esistono degli autori di fumetti che devono essere messi sullo stesso piano dei grandi della letteratura: Joe Hill è sicuramente uno di questi.


Joe Hill, pseudonimo di Joseph Hillstrom King (e sì, è proprio il figlio di Stephen King, e purtroppo per lui gli assomiglia pure), è un autore di romanzi e storie a fumetti la cui tematica, pur avendo scelto uno pseudonimo per distaccarsi in qualche modo dall’ingombrante figura paterna, è rimasta quella del padre: l’horror. Insieme al disegnatore cileno Gabriel Rodriguez ha dato vita a questa Locke & Key che è di sicuro una delle più interessanti graphic novels tra quelle che ho letto ultimamente.
La saga della famiglia Locke, che procede tra crimini efferati, personaggi ambigui, omicidi sanguinolenti, chiavi magiche, ombre fluttuanti, teste scoperchiate, fantasmi e case stregate, è stato un fenomeno editoriale negli USA e, sebbene fin dal primo volume colpisca per la crudeltà di alcuni personaggi e per lo splatter di molte scene, a poco a poco ti intriga e ti si insinua dentro con un fascino macabro che alimenta la curiosità di vedere che fine faranno i protagonisti. Tutti questi sono magnificamente caratterizzati sia dal punto di vista psicologico che grafico, e il loro comportamento, di una coerenza esemplare, testimonia della capacità di Hill di scavare nell’animo umano fino a trarne i risvolti più nascosti.  


I disegni di Gabriel Rodriguez sono nitidi e puliti, semplici ma allo stesso tempo esaurienti e ricchissimi di particolari, e si susseguono dando prova di un'eccezionale interpretazione della sceneggiatura. Rodriguez riesce a giocare magistralmente sia con le gradazioni di neri per caratterizzare ombre e tensioni sia con le esplosioni di colori nelle splash pages, e riesce ad inserire i più minuti particolari anche nei controscena grafici con i quali ottiene che il lettore comprenda perfino i più secondari aspetti della narrazione.
Nonostante horror, fantasy e dark non rientrino tra i miei argomenti preferiti, devo dire che questa storia oscillante tra il noir più cupo e il soprannaturale mi ha affascinato, facendo riaffiorare nella mia mente i classici della paura di Edgar Allan Poe, di Lovecraft o Stoker, e vi ho ritrovato anche un po’ di King, ovviamente.
Un grazie a colui che me l’ha consigliata chiedendomi un parere su di essa: eccoti servito.

Il Lettore di Fumetti

2 commenti:

  1. Complimenti per l'analisi, precisa e competente.
    Certo, abbiamo un concetto diverso di "disegno nitido" ma a parte questo concordo in pieno su tutto.
    Lodi e abbracci
    Andrea

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