Non me ne vorranno gli
esperti della materia, e già vedo in prima fila Il Faro del Glifo pronto a bacchettarmi, ma dal momento che leggo
anche parecchi fumetti penso che mi concederò ogni tanto il piacere di parlarne
su queste pagine, senza pretendere peraltro di soddisfare quelli che in questo
campo ne sanno più di me.
Scrivevo in un’altra
occasione che quanto a valore letterario esistono degli autori di fumetti che
devono essere messi sullo stesso piano dei grandi della letteratura: Joe Hill è sicuramente uno di questi.
Joe Hill, pseudonimo di Joseph Hillstrom King (e sì, è proprio il figlio di Stephen King, e purtroppo per lui gli assomiglia pure), è
un autore di romanzi e storie a fumetti la cui tematica, pur avendo scelto uno
pseudonimo per distaccarsi in qualche modo dall’ingombrante figura paterna, è
rimasta quella del padre: l’horror. Insieme al disegnatore cileno Gabriel Rodriguez ha dato vita a questa
Locke & Key che è di sicuro una
delle più interessanti graphic novels tra quelle che ho letto ultimamente.
La
saga della famiglia Locke,
che procede tra crimini efferati, personaggi ambigui, omicidi sanguinolenti,
chiavi magiche, ombre fluttuanti, teste scoperchiate, fantasmi e case stregate, è stato un
fenomeno editoriale negli USA e, sebbene fin dal primo volume colpisca per la
crudeltà di alcuni personaggi e per lo splatter di molte scene, a poco a poco
ti intriga e ti si insinua dentro con un fascino macabro che alimenta la
curiosità di vedere che fine faranno i protagonisti. Tutti questi sono magnificamente caratterizzati sia
dal punto di vista psicologico che grafico, e il loro comportamento, di una
coerenza esemplare, testimonia della capacità di Hill di scavare nell’animo
umano fino a trarne i risvolti più nascosti.
I disegni di Gabriel Rodriguez
sono nitidi e puliti, semplici ma allo stesso tempo esaurienti e ricchissimi di particolari, e si susseguono
dando prova di un'eccezionale interpretazione
della sceneggiatura. Rodriguez riesce a giocare magistralmente sia con le gradazioni
di neri per caratterizzare ombre e tensioni sia con le esplosioni di colori
nelle splash pages, e riesce ad inserire i più minuti particolari anche nei
controscena grafici con i quali ottiene che il lettore comprenda perfino i più
secondari aspetti della narrazione.
Nonostante horror, fantasy
e dark non rientrino tra i miei argomenti preferiti, devo dire che questa
storia oscillante tra il noir più cupo e il soprannaturale mi ha affascinato, facendo
riaffiorare nella mia mente i classici della paura di Edgar Allan Poe, di
Lovecraft o Stoker, e vi ho ritrovato anche un po’ di King, ovviamente.
Un grazie a colui che me l’ha
consigliata chiedendomi un parere su di essa: eccoti servito.
Il Lettore di Fumetti
Complimenti per l'analisi, precisa e competente.
RispondiEliminaCerto, abbiamo un concetto diverso di "disegno nitido" ma a parte questo concordo in pieno su tutto.
Lodi e abbracci
Andrea
Ora sì che mi sento sollevato...
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