…di quelli che rimarranno per
un pezzo in questa situazione. L’altro giorno, trovandomi con una mezzoretta
libera, ho deciso di impiegarla leggendo 3 o 4 romanzi.
BUM! Direte, sparale un po’
più credibili!
No, no, è tutto vero: ho deciso
di leggere 3 o 4 romanzi. Di quelli che arrivano in Casa Editrice nonostante
l’invito a non inviarli in questo periodo: vista la velocità con cui riescono a
farsi silurare, mezzora mi sembrava un lasso di tempo congruo per poterne
infilare 3 o 4 nella directory dei
bocciati.
E difatti, dopo una ventina
di minuti la Cartella dell’Oblio
aveva già raccolto un romanzo in finto stile Liala ambientato nel ‘700 e uno
pseudo giallo-thriller-fanta-tecnologico politicamente orwelliano scritto da un
giovanissimo di quelli che a vent’anni hanno già capito tutto della vita, beati
loro, e te lo vogliono insegnare.
E poi apro la terza
cartella. All’interno un solo file,
dal titolo: Maria Rossi – Libro (ovviamente
il nome l’ho cambiato), senza neanche una presentazione, curriculum, sinossi o altro.
Apro il file: 0.00002
secondi netti per apparirmi sullo schermo. Libro? Di solito ci mettono un po’
di più. Rimpicciolisco la visualizzazione e mi compaiono sei pagine in tutto.
Libro? Riallargo e comincio a leggere: carattere Times New Roman in corpo 13, impaginazione decente. Tira là. Dopo
tre righe ho già cambiato idea: nonostante la mancanza di errori d’ortografia è
la sintassi che sembra uno sfacelo. E la presenza dei punti esclamativi al
termine di quasi ogni frase. Sì, punti, al plurale: non uno!, di solito tre!!!,
ma anche quattro!!!! o cinque!!!!! Da mollare subito, ma diamo un altro po’ di
fiducia, continuo a leggere.
Sembra avere il taglio di
un racconto in cui la protagonista sulla trentina si sveglia una mattina,
felice, con il marito ha un rapporto idilliaco, i cani la salutano
scodinzolando, poi una colazione in puro stile pubblicità del Mulino Bianco,
splende il sole e cantano gli uccellini (giuro, proprio così, anche se non con
le stesse parole), poi, mentre sta uscendo per andare a lavorare le capita di
provare un po’ di nausea (qui ci starebbero bene cinque punti esclamativi).
Ora, tutte voi donne che mi
state leggendo avrete subito pensato: è incinta! Be’, lei no, forse ha mangiato
troppo la sera prima, l’ingenua. Per farla breve va in ufficio, poche righe di giornata
lavorativa del tutto normale, al pomeriggio le riprende la nausea e il
capoufficio se ne accorge. Che cos’hai, le chiede. Forse ieri sera ho esagerato
nel mangiare (e due!). Ma non è che sarai incinta?
Rivelazione! O toh, non ci
avevo pensato! Corsa in farmacia, si fa il test per strada (visto che non ci è
permesso di sapere dove trova un angolino per effettuarlo), striscetta
colorata, è fatta! Torna a casa radiosa, il marito come la vede capisce tutto
in un lampo. E capiscono tutto anche i cani. Felicità!
FINE
Fine? Ma come, penserete.
Sì, sì, basta, fine. Non c’è altro, finito qui. Ma che cazz… penserete. Vi
capisco, l’ho pensato anch’io. Tutto qui.
Rimango interdetto. Ora… a
che scopo? Me lo sapete spiegare? L’autrice si è sicuramente sentita talmente
tanto contenta di essere rimasta incinta che ci ha scritto sopra un racconto
(?) pessimo, che racconto non è se non nel senso che racconta una vicenda normale, banalissima, appartenente alla realtà di tutti i giorni. E allora? Va
be’, ci può anche stare. Se proprio non hai nulla da fare.
Ma poi, l’ha spedito anche
a un editore! Un racconto, uno, e pure brutto. Ma questa pseudo scrittrice qualche
libro vero l’avrà mai letto, in vita
sua? Non le sarà mai capitato di vedere che in
genere libri di sei pagine non se ne pubblicano? E questo editore in
particolare non è che abbia riviste che potrebbero ospitare singoli racconti.
Senza entrare nel merito della
narrativa, che deve essere finzione, non realtà. Ma una disquisizione su questo
argomento ci porterebbe lontano.
Era già successo un fatto
simile e ne avevo già parlato, per la precisione qui. Anche in quel caso, per
quale oscuro motivo uno dovrebbe mandare poche pagine di pensieri propri a un
editore?
Spero tanto che in questo caso
si sia trattato di un errore di spedizione e che forse fra qualche giorno ci
arriverà il Libro vero, quello con tutta la storia, intera, con la spiegazione
scusate tanto!!! Uno dei cani ha poggiato la zampina sul tasto canc!!!! Ah, post scriptum, la gravidanza procede bene!!!!!
Peccato che ormai mi sia
passata la voglia di leggerlo.
Il Valutatore