domenica 28 luglio 2013

Né qui né altrove – una notte a Bari

Nel corso di una Notte Bianca di qualche anno fa ho avuto il piacere di ascoltare Gianrico Carofiglio intervistato da altri due magistrati, famosi anche loro, uno dei due al pari di Carofiglio sia come magistrato che come scrittore, e l’altro conosciuto invece a livello nazionale solo per la sua attività forense, anche se nel ruolo di scrittore anch’egli un tempo se la cavava più che bene. Ma questo lo sappiamo in pochi. La sala era piena, Carofiglio era già parecchio rinomato per il suo avvocato Guerrieri, e i tre hanno intrattenuto il pubblico con una conversazione piacevole e interessante.


Piacevole come i libri di Carofiglio, dei quali Né qui né altrove – una notte a Bari appartiene alla serie al di fuori delle avventure dell’avvocato-pugile. Il romanzo non è un vero e proprio romanzo, quanto il resoconto di una notte trascorsa dall’autore a gironzolare per Bari  con due amici di gioventù dei quali aveva perso le tracce. Esce quindi dagli schemi dei racconti con i quali Carofiglio si è fatto scoprire, e non è altro che una scusa per narrare della città e del proprio processo di formazione, fino ad investigare sui meccanismi complessi dell’amicizia costruita e perduta, ritrovata o rimpianta.
La notte si dipana sull’onda dei ricordi, conditi di metafore azzeccate ed episodi interessanti raccontati con il consueto stile di Carofiglio, semplice e diretto, simile a quello con cui ha costruito i suoi gialli. Per andare a cercare il pelo nell’uovo, le frequenti digressioni dalla linea principale mi riportano alla mente le divagazioni con cui Carofiglio ha voluto allungare a forza racconti altrimenti troppo corti come Le perfezioni provvisorie, o i troppi sconfinamenti nella politica che ha operato ne La manomissione delle parole, ma in ogni caso restano gradevoli da leggere, e anche i frequenti rimandi e le citazioni, da Lansdale a Brown, da Rex Stout a Martin Mystere, in fondo gratificano quei lettori che conoscono gli autori e i personaggi di cui si parla.
Una curiosità che mi è rimasta, e che di certo non riuscirò mai a soddisfare, è il sapere quanta verità e quanta invenzione ci siano in questo libro. Ma fa nulla, fa parte del gioco.

Il Lettore

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