sabato 26 aprile 2014

Un lampo nell’ombra

Innanzitutto diciamo che questo romanzo è catalogato come un Giallo per Ragazzi, tanto è vero che è uscito nella collana “Feltrinelli KIDS”, ma “per ragazzi” non lo è affatto.

Per diverse ragioni, e non fosse altro perché gli adolescenti di oggi non saprebbero apprezzare tutti i cammei di cui il testo è farcito.


Ma è di sicuro un libro che a Gil Grissom piacerebbe molto, perché oltre ad essere un giallo è anche un viaggio alla riscoperta degli albori della ricerca scientifica finalizzata alla criminologia, quella che ha raggiunto la sua apoteosi mediatica in CSI – Scena del crimine.
Sergio Rossi ha una formazione da Fisico; lavora come consulente editoriale; ha già pubblicato dei romanzi per ragazzi; è uno dei più ferrati esperti di Fumetto che ci siano in Italia, tant’è vero che ha dato alle stampe anche due interessanti saggi (sul fumetto erotico e politico italiano); è stato direttore della rivista Fumo di China; scrive su diversi giornali ed è tra i fondatori della Biblioteca delle Nuvole, con tutta probabilità la più grande biblioteca italiana di soli fumetti.
Tutto questo oltre ad essere un caro amico, di quelli che purtroppo si vedono ogni morte di papa. E se a questo punto dovessero sorgervi dei dubbi sulla mia integrità (e so anche a chi potrebbero venire…), sappiate comunque che se questo romanzo fosse stato una porcata non mi sarei tirato indietro dallo stroncarlo, o perlomeno lo avrei ignorato.
La trama di Un lampo nell’ombra parte dall’assassinio di due uomini e si dipana basandosi sulle indagini svolte da quella che era la polizia scientifica dell’epoca in una Bologna di inizio Novecento fervente di cambiamenti. I personaggi che man mano entrano in scena sono ben caratterizzati e non mancano di quella simpatia che li rende da subito piacevoli al lettore; lo stile è semplice e lineare benché ricchissimo di citazioni e riferimenti storici e in pratica la lettura è scorrevole fino alla fine che si rivela densa di intrighi internazionali e finti (o veri) tradimenti inaspettati.
Ma la vicenda è servita all’autore per soffermarsi anche su altri temi densi di interesse: la ricostruzione storica di una città importante, il ripercorrere le vicissitudini dell’avvento del fumetto, l’analisi del passaggio dalle teorie di Cesare Lombroso ad una più rigorosa investigazione del crimine, l’istantanea dello stato delle conoscenze scientifiche dell’epoca, la disamina delle abissali disparità sociali tra ceti diversi, gli intrecci della politica europea negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale, e non poteva mancare una doverosa liaison dai toni romantici.
Il tutto condito da una quantità impressionante di citazioni storiche, scientifiche, fumettistiche, geografiche, letterarie e gastronomiche, più o meno palesi, con riferimenti che vanno da Verne a Marinetti, da Collodi a Mascagni, da Conan Doyle a Lombroso a Shakespeare, da Collins a Poe, da Vamba a Magnus e perfino a Douglas Adams in terzultima pagina, solo per citarne alcuni, senza mai cadere nel saccente ma anzi, fornendoti piacere quando riesci a riconoscere quelle più nascoste. E soprattutto senza annoiare, in questo supportato anche dal frequente uso del dialogo che il più delle volte è serrato con poche concessioni alle contestualizzazioni (e questo modo di colloquiare per iscritto ricalca quello di altri narratori di mia conoscenza…).
Una lettura piacevole, allo stesso livello dei gialli che per ragazzi non sono. Una piccola pecca che ho notato, amplificata dalla collocazione quasi a specchio alle pagine 100 e 101, sono ben due refusi: se questo si può perdonare in una piccola casa editrice, dai curatori di Feltrinelli non ce lo si aspetterebbe.
Un altro mio carissimo amico di gioventù, compagno di scuola e di basket, attualmente si trova proprio al vertice della sezione di medicina legale della questura di Bologna: chissà se avrà letto questo romanzo?
Il Lettore

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