A volte capita che il tuo
sesto senso librario si sbagli alla grande, e la cosa è ancora più grave quando
non rimane nemmeno la consolazione di aver speso solo 2 euro in un libro che ti
sembra ne valga 1, perché in realtà ne hai spesi 7 pur avendolo preso di seconda mano. Tanto
prima o poi pubblico un post sui negozi di libri usati, promesso.
Ho piantato il libro di David Sedaris dopo le prime 70 pagine,
quando mi sono reso conto che andando avanti non sarebbe cambiato e non potevo
assolutamente sprecare il mio tempo per arrivare a pagina 300.
Ma perché l’hai preso,
direte voi.
Perché da fumatore mi sono fatto
influenzare dal titolo, Diario di un fumatore,
e dalla breve citazione in quarta di copertina: «Lei fuma?» «Solo sigarette e canne» risposi. Mi lanciò un’occhiataccia.
«Solo sigarette e canne? Solo?» «Be’, il crack no» risposi. «Mai sfiorato. E
nemmeno i sigari. Bruttissimo vizio, quello. Pessimo.»
Ammetterete che è molto ma
molto carina. Le spiegazioni sulla bandella
di prima pagina poi, in cui Sedaris viene definito “lo scrittore umoristico per eccellenza” dotato di una “straordinaria capacità di scrittura”,
hanno completato l’opera. E il bello è che è tutto vero: David Sedaris scrive
benissimo, graffiante, fluente, ironico, veloce, acuto, il suo stile è un piacere
leggerlo. Ed è anche molto divertente.
Ma allora sei scemo,
penserete, perché l’hai piantato?
Divertente, dicevo, a patto
che tu sia un lettore nato e cresciuto negli Stati Uniti. E quelli di voi che su
Rai 5 seguono il Late Show di David Letterman concorderanno su ciò
che sto per dire. Letterman a me piace molto, ma quando imposta le sue freddure
su personaggi che sono all’interno dell’attualità americana io ne capisco si e
no il 10%, perché non conosco molti di quei personaggi e di conseguenza mi
sfugge del tutto l’ironia nascosta nella battuta. Ecco, il libro di Sedaris è
tutto imperniato su personaggi famosi o meno dell’attualità USA, da Mike Tyson
a Cyrus Vance (?), da Oprah Winfrey a G. Marshall (?), a Mackenzie Phillips (?)
a Chuck Connors (?) eccetera eccetera, nonché sugli aspetti ironici e
paradossali di situazioni e modi di fare tipici della cultura d’oltreoceano e
che sono distanti da noi, e spero che lo restino, come Fabio Volo lo è da
Umberto Eco.
Sedaris racconta una serie
di episodi e storielle come lo farebbero quegli showmen invitati da Letterman che si aspettano un applauso dopo
ogni gag, in tono amichevole e colloquiale, e immagino che riesca benissimo ad
instaurare con il suo pubblico di lettori quella sorta di complicità necessaria
a farlo apprezzare, a patto che si sappia di cosa si sta parlando.
Chi conosce bene gli Stati
Uniti il libro se lo godrà pure, ma a me non andava proprio di continuare a
leggere una prosa piacevole della quale capivo una frase si e tre no.
Ignoranza mia, pazienza.
Il Lettore
PS - Dopo aver scritto questo post sono andato a curiosare su IBS per spulciare i giudizi forniti su questo libro ed avere quindi la conferma di essere sostenuto nelle mie convinzioni da qualche altro lettore. Cavolo! 5 su 5! Tutti esperti della cultura americana! Ma dal momento che in uno dei giudizi veniva specificato che uno degli episodi più spassosi del libro è tanto bene l'ultimo, che non avevo letto, e che parla delle avventure del protagonista in un campo nudista, ovviamente mi sono fiondato a leggerlo e di conseguenza posso affermare che, alla fine, del libro ne ho lette 70 pagine più 43. In effetti lo stile, come ho già detto, è godibilissimo e il racconto incriminato è più accessibile degli altri da parte di un non-statunitense: riesce a strappare qualche sorriso con battute e situazioni paradossali, sebbene sia intriso anch'esso di modi di fare tipicamente americani che non trovano riscontro nelle abitudini europee.
Ma quelli che su IBS hanno messo un 5, gli altri, di racconti, li avranno capiti per intero? Avranno davvero riconosciuto tutti i personaggi citati in precedenza? Avranno davvero riso consapevolmente sulle ironie sottintese? Forse sarò io che non sono abbastanza aggiornato in questioni internazionali, o forse sarà il caso che prima o poi mi metta a scrivere un altro post proprio sui giudizi dei lettori che vengono pubblicati da IBS.
PS - Dopo aver scritto questo post sono andato a curiosare su IBS per spulciare i giudizi forniti su questo libro ed avere quindi la conferma di essere sostenuto nelle mie convinzioni da qualche altro lettore. Cavolo! 5 su 5! Tutti esperti della cultura americana! Ma dal momento che in uno dei giudizi veniva specificato che uno degli episodi più spassosi del libro è tanto bene l'ultimo, che non avevo letto, e che parla delle avventure del protagonista in un campo nudista, ovviamente mi sono fiondato a leggerlo e di conseguenza posso affermare che, alla fine, del libro ne ho lette 70 pagine più 43. In effetti lo stile, come ho già detto, è godibilissimo e il racconto incriminato è più accessibile degli altri da parte di un non-statunitense: riesce a strappare qualche sorriso con battute e situazioni paradossali, sebbene sia intriso anch'esso di modi di fare tipicamente americani che non trovano riscontro nelle abitudini europee.
Ma quelli che su IBS hanno messo un 5, gli altri, di racconti, li avranno capiti per intero? Avranno davvero riconosciuto tutti i personaggi citati in precedenza? Avranno davvero riso consapevolmente sulle ironie sottintese? Forse sarò io che non sono abbastanza aggiornato in questioni internazionali, o forse sarà il caso che prima o poi mi metta a scrivere un altro post proprio sui giudizi dei lettori che vengono pubblicati da IBS.
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