lunedì 8 luglio 2013

Quel che resta del giorno


Pubblicato nel 1989, il romanzo di Kazuo Ishiguro rappresenta un mirabile esempio di coerenza spinta fino ai limiti più estremi. La bravura dell’autore è consistita nel rispecchiare la sconvolgente coerenza psicologica del protagonista nella coerenza di linguaggio, ritmo e stile dei quali il libro è intriso. E una nota di plauso va anche alla traduttrice per il lavoro encomiabile.

 
Il romanzo si dipana attraverso un viaggio che è esteriore e nello stesso tempo alla ricerca di se stesso, e nel quale il protagonista, attraverso una serie di analessi, racconta un’espiazione che è in definitiva l’autogiustificazione di un’intera esistenza.

Con una continua serie di ellissi l’autore fa capire al lettore, senza mai dirlo espressamente, quali sono i veri aspetti psicologici dei personaggi, così lontani dal loro comportamento ma non per questo meno reali e comprensibili anche se non sempre giustificabili.

Le contrapposizioni tra sentimenti provati, ma mai espressi, e parole dette lasciano un’amarezza di fondo riscattata comunque dalla maestrìa della prosa.

Assolutamente da leggere.

Il Lettore

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