giovedì 28 agosto 2014

Il maestro di nodi

Salve a tutti! Prima di parlare del libro di oggi porto a conoscenza dei miei affezionati lettori che il sottoscritto si prenderà una settimana di vacanza, dal momento che la cara mogliettina è riuscita a trascinarmi con l’inganno (ha prenotato senza chiedermi alcun parere preventivo…) in un’isola greca dove non so se avrò la possibilità di collegarmi.

Va be’… alle mogli si perdona tutto, no? Ne approfitterò per prendere appunti per le recensioni dei libri letti in vacanza…


Ok, per quest’altro romanzo di Massimo Carlotto, Il maestro di nodi, comincerò a parlare prima dei difetti, che non sono pochi, ma non per questo il libro è da bocciare né risulta meno interessante.
Dopo L’oscura immensità della morte ho trovato quest’altro Carlotto meno profondo, meno curato e forse un po’ più tirato via, e mostra alcune ingenuità da dilettante che avrebbero potuto essere ovviate con una buona operazione di editing.
La prima pecca è stata subito inserita nel “raccontare”, a inizio libro, le biografie del protagonista e dei suoi collaboratori. Invece di “mostrare”, Carlotto si dilunga con l’antefatto storico dell’io narrante e degli altri protagonisti, rallentando l’azione. Poteva benissimo farlo in seguito o lasciar cadere riferimenti durante un dialogo.
La descrizione dell’ambiente sado-maso nel quale è contestualizzata la vicenda (con tanto di terminologia adeguata: “master”, “slave”, ecc.) sembra presa pari pari da una documentazione svolta su un noto sito di incontri a carattere sado-masochistico (vi piacerebbe che ve ne facessi il nome, eh?), e la conclusione del libro mi sembra sia stata un po’ troppo sbrigativa e leggermente tirata per i capelli, con una plausibilità che si avvicina all’inconsistenza.
Inoltre: il difendere un certo codice d’onore malavitoso sa tanto di Educazione Siberiana (vedi);  il giustificare il ricorso alla violenza da parte dei protagonisti, ma il condannarlo quando se ne serve qualcun altro, è un po’ sopra le righe, e i consistenti riferimenti ai fatti del G8 di Genova, che forniscono una collocazione temporale alla vicenda narrata, poteva risparmiarseli: sanno tanto di “forzato”.
D’altra parte resta un romanzo che si legge di un fiato, con una trama quel tanto scabrosa da stuzzicare, personaggi interessanti e una tensione narrativa che viene subito innescata (a parte le biografie iniziali…) dal rapimento di una donna e dall’inizio delle indagini intraprese per poterla ritrovare all’interno di un ambiente particolare in cui le deviazioni sessuali sono accennate ma non discusse né tantomeno giudicate. Nell’analisi di uno dei protagonisti è riassunta tutta la morale: in campo sessuale, tra adulti consenzienti è ammessa qualsiasi pratica.
Nonostante la poca credibilità di tutta la vicenda lo stile è scorrevole e immediato, i personaggi dotati di un certo fascino e in definitiva, nonostante i difetti, è un romanzetto anche piacevole da leggere.
Ci sentiamo tra una settimana!
Il Lettore

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