giovedì 14 agosto 2014

I Confratelli

Tutto si può dire meno che John Grisham non sia un vero professionista: i suoi romanzi sono costruiti con dei meccanismi perfetti in cui ogni fatto è inserito al momento giusto, e la tensione narrativa è provocata sapientemente e condotta fino ad un climax finale che il lettore non vede l’ora di conoscere.


John Grisham è un grande autore. Ha cominciato la sua carriera lavorativa come avvocato, quindi ha tentato di buttarsi in politica ed è finito col mettersi a scrivere, ottenendo un moderato successo con il suo primo romanzo, Il momento di uccidere, e quindi la consacrazione con il suo secondo tentativo: Il socio.
Diventato famoso in tutto il mondo, alla fine degli anni novanta aveva già venduto più di 60 milioni di copie dei suoi libri, da molti dei quali sono stati anche tratti film di successo, uno fra tutti Rain Man, con Dustin Hoffman, Tom Cruise e una carinissima Valeria Golino doppiata da cani (sospetto da lei stessa) nella versione italiana .
Il punto di forza che ha fatto eleggere Grisham come il re dei gialli giudiziari è la sua conoscenza dei più nascosti risvolti legali che lui usa a piene mani per confezionare trame che spesso sono ambientate all’interno di aule di tribunale, e la sua esperienza in politica gli è sicuramente servita per costruire il succedersi di fatti di questo I Confratelli, che come la maggior parte delle sue opere è un romanzo interessante e piacevole da leggere.
In esso sono presenti i classici due filoni narrativi che si dipanano lontani l’uno dall’altro fin quasi a metà libro, dando l’impressione quasi di leggere due romanzi diversi, per poi convergere nel punto di contatto e proseguire uniti fino alla risoluzione.
Da una parte ci sono tre giudici che, invece di sedere sui loro scranni a dispensare giustizia, sono reclusi in una galera federale dove architettano un piano ricattatorio nei confronti di attempati gay che hanno tutto da perdere, dall’altra un aspirante concorrente alla poltrona più importante della Casa Bianca, tutto preso nella propria campagna elettorale appoggiata nientedimeno che dai vertici della Cia.
Dal romanzo emergono in pieno l’importanza dei soldi e della strumentalizzazione dei media nel meccanismo elettorale del Presidente degli Stati Uniti. Questo meccanismo è molto semplice: a patto di essere un candidato presentabile, chi ha più soldi vince, perché i soldi comprano la visibilità e anche la rispettabilità.
Dormite pure sonni tranquilli: questa è una cosa tipicamente americana che qui in Italia non potrà mai succedere, perché qui da noi alle più alte cariche dello stato vengono nominati direttamente personaggi mai eletti dal popolo. Ora mi sfugge come si chiama questo sistema di governo… Ma lasciamo perdere la politica, che il lettore potrebbe non gradire (come dice spesso un altro famoso blogger).
Fatto sta che tutto il romanzo si legge con la curiosità di sapere come andrà a finire, che in fondo è quello che si richiede ad un romanzo, e tutti gli ingranaggi sono incastrati fra di loro e oliati alla perfezione per far giungere il lettore fino in fondo con soddisfazione. Su Grisham si può sempre contare per passare qualche ora di lettura rilassata, tant’è vero che questo volumetto è il quattordicesimo dello stesso autore che trova posto sui miei scaffali.
Il Lettore

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