Tutto si può dire meno che John Grisham non sia un vero
professionista: i suoi romanzi sono costruiti con dei meccanismi perfetti in
cui ogni fatto è inserito al momento giusto, e la tensione narrativa è
provocata sapientemente e condotta fino ad un climax finale che il lettore non vede l’ora di conoscere.
John
Grisham è un grande
autore. Ha cominciato la sua carriera lavorativa come avvocato, quindi ha
tentato di buttarsi in politica ed è finito col mettersi a scrivere, ottenendo
un moderato successo con il suo primo romanzo, Il momento di uccidere, e quindi la consacrazione con il suo
secondo tentativo: Il socio.
Diventato famoso in tutto
il mondo, alla fine degli anni novanta aveva già venduto più di 60 milioni di copie dei suoi libri, da
molti dei quali sono stati anche tratti film di successo, uno fra tutti Rain Man, con Dustin Hoffman, Tom Cruise
e una carinissima Valeria Golino doppiata da cani (sospetto da lei stessa) nella versione italiana .
Il punto di forza che ha
fatto eleggere Grisham come il re dei gialli
giudiziari è la sua conoscenza dei più nascosti risvolti legali che lui usa
a piene mani per confezionare trame che spesso sono ambientate all’interno di
aule di tribunale, e la sua esperienza in politica gli è sicuramente servita
per costruire il succedersi di fatti di questo I Confratelli, che come la maggior parte delle sue opere è un
romanzo interessante e piacevole da leggere.
In esso sono presenti i
classici due filoni narrativi che si
dipanano lontani l’uno dall’altro fin quasi a metà libro, dando l’impressione
quasi di leggere due romanzi diversi, per poi convergere nel punto di contatto
e proseguire uniti fino alla risoluzione.
Da una parte ci sono tre giudici che, invece di sedere sui
loro scranni a dispensare giustizia, sono reclusi in una galera federale dove
architettano un piano ricattatorio nei confronti di attempati gay che hanno tutto da perdere,
dall’altra un aspirante concorrente alla poltrona più importante della Casa Bianca, tutto preso nella propria
campagna elettorale appoggiata nientedimeno che dai vertici della Cia.
Dal romanzo emergono in
pieno l’importanza dei soldi e della strumentalizzazione dei media nel meccanismo elettorale del Presidente degli Stati Uniti. Questo
meccanismo è molto semplice: a patto di essere un candidato presentabile, chi ha più soldi vince, perché i soldi
comprano la visibilità e anche la rispettabilità.
Dormite pure sonni
tranquilli: questa è una cosa tipicamente americana che qui in Italia non potrà mai succedere, perché qui da noi alle più
alte cariche dello stato vengono nominati direttamente personaggi mai eletti dal popolo. Ora mi sfugge come si chiama questo sistema di governo…
Ma lasciamo perdere la politica, che il lettore potrebbe non gradire (come dice
spesso un altro famoso blogger).
Fatto
sta che tutto il romanzo si legge con la curiosità di sapere come andrà a
finire, che in fondo è quello che si richiede ad un romanzo, e tutti gli
ingranaggi sono incastrati fra di loro e oliati alla perfezione per far
giungere il lettore fino in fondo con soddisfazione. Su Grisham si può sempre
contare per passare qualche ora di lettura rilassata, tant’è vero che questo
volumetto è il quattordicesimo dello
stesso autore che trova posto sui miei scaffali.
Il Lettore
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