venerdì 22 agosto 2014

Amici assoluti

Grande romanzo, questo Amici assoluti di John Le Carré, uno di quei romanzi da centellinare con pazienza, senza fretta, assaporando periodo dopo periodo la prosa sopraffina senza lasciarsi prendere dall’ansia di andare avanti in fretta alla ricerca della conclusione.


E questo perché John Le Carré ha redatto un romanzo lento, di ampio respiro nel quale si devono gustare i particolari costruiti con la precisione di un orologiaio svizzero e incastonati in un quadro generale complicato ma coerente, nel quale ogni cosa si colloca nel punto esatto dove deve essere. Basti solo pensare che, prima di entrare nella vicenda principale, l’autore si dilunga in un antefatto lungo più di 250 pagine per spiegare al meglio la situazione e le idee e i percorsi seguiti dai protagonisti per arrivare dove sono arrivati e le ragioni del loro comportamento.
Il libro è il racconto dell’amicizia tra due uomini nata durante una giovinezza di attivismo politico, basata su idee e concetti condivisi, cresciuta combattendo per gli stessi ideali e consolidata nel corso di alcuni decenni passati da entrambi a destreggiarsi nel gioco dello spionaggio tanto caro a Le Carré sullo sfondo di un’Europa in trasformazione. Due uomini che si trovano entrambi a ricoprire ruoli decisivi ma opposti nella dinamica politica di interazione tra Oriente e Occidente e che riescono a barcamenarsi e a rafforzare la loro amicizia in un mondo di spie, di intrighi, doppi giochi e tripligiochisti, tradimenti e riscatti, ideali che perdono valore e nuove idee di ribellione contro sistemi coercitivi.
John Le Carré si è impegnato in una cavalcata dai primi moti di ribellione studentesca a cavallo degli anni sessanta contro la guerra in Vietnam, transitando per il clou della Guerra Fredda fino alla caduta del muro di Berlino e oltre, alle nuove riorganizzazioni geopolitiche, all’11 settembre, fino a sfociare quasi ai giorni nostri con la lotta al terrorismo, e durante tutta la cavalcata il lettore non può fare a meno di porsi di continuo la domanda: ma chi è che per davvero avrà ragione? Oppure: ma le cose saranno davvero andate così come ce le hanno dipinte? In che cosa è giusto credere?
Dal libro emerge chiara la condanna nei confronti del Grande Fratello Internazionale, del sistema capitalistico in mano alle grandi corporazioni che controllano la politica planetaria, ma vi si percepisce anche la nota pessimistica di una guerra, quella in favore della propria libertà di pensiero e di svincolo dai dettami oligarchici della globalizzazione, purtroppo persa in partenza.
Il Lettore

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