Grande romanzo, questo Amici assoluti di John Le Carré, uno di quei romanzi da centellinare con pazienza,
senza fretta, assaporando periodo dopo periodo la prosa sopraffina senza
lasciarsi prendere dall’ansia di andare avanti in fretta alla ricerca della
conclusione.
E questo perché John Le Carré ha redatto un romanzo
lento, di ampio respiro nel quale si
devono gustare i particolari costruiti con la precisione di un orologiaio
svizzero e incastonati in un quadro generale complicato ma coerente, nel quale
ogni cosa si colloca nel punto esatto dove deve essere. Basti solo pensare che,
prima di entrare nella vicenda principale, l’autore si dilunga in un antefatto
lungo più di 250 pagine per spiegare al meglio la situazione e le idee e i
percorsi seguiti dai protagonisti per arrivare dove sono arrivati e le ragioni
del loro comportamento.
Il libro è il racconto
dell’amicizia tra due uomini nata
durante una giovinezza di attivismo politico, basata su idee e concetti
condivisi, cresciuta combattendo per gli stessi ideali e consolidata nel corso
di alcuni decenni passati da entrambi a destreggiarsi nel gioco dello
spionaggio tanto caro a Le Carré sullo sfondo di un’Europa in trasformazione.
Due uomini che si trovano entrambi a ricoprire ruoli decisivi ma opposti nella
dinamica politica di interazione tra Oriente e Occidente e che riescono a
barcamenarsi e a rafforzare la loro amicizia in un mondo di spie, di intrighi,
doppi giochi e tripligiochisti, tradimenti e riscatti, ideali che perdono
valore e nuove idee di ribellione contro sistemi coercitivi.
John
Le Carré si è impegnato
in una cavalcata dai primi moti di ribellione studentesca a cavallo degli anni
sessanta contro la guerra in Vietnam, transitando per il clou della Guerra Fredda fino alla caduta del muro di Berlino e
oltre, alle nuove riorganizzazioni geopolitiche, all’11 settembre, fino a
sfociare quasi ai giorni nostri con la lotta al terrorismo, e durante tutta la
cavalcata il lettore non può fare a meno di porsi di continuo la domanda: ma chi
è che per davvero avrà ragione?
Oppure: ma le cose saranno davvero
andate così come ce le hanno dipinte? In che cosa è giusto credere?
Dal libro emerge chiara la
condanna nei confronti del Grande Fratello Internazionale, del sistema
capitalistico in mano alle grandi corporazioni che controllano la politica
planetaria, ma vi si percepisce anche la nota pessimistica di una guerra,
quella in favore della propria libertà di pensiero e di svincolo dai dettami
oligarchici della globalizzazione, purtroppo persa in partenza.
Il Lettore
Nessun commento:
Posta un commento