lunedì 30 maggio 2016

Bruce Springsteen – Spiriti nella notte

I got a sixty nine Chevy with a three-ninety-six fuelie Heads and a Hurst on the floor… She’s waiting tonight down in the parking lot, outside the Seven-Eleven Store. Me and my partner Sonny built her straight out of scratch…
La voce roca scaturisce dal registratore a cassette poggiato sulla branda vicino alla mia dopo un assolo melodico di pianoforte, e io ne resto immediatamente conquistato. L’anno è il 1981, e il luogo una camerata della caserma Pierobon di Padova. È la prima volta in assoluto che mi capita di ascoltare Bruce Springsteen, e questa Chevrolet del '69 con carburatore 396 e la moquette sul pavimento salvata insieme a Sonny dallo sfasciacarrozze, che lo aspetta giù nel parcheggio del 7-11 come farebbe una ragazza innamorata con il suo uomo, mi entra subito nel sangue e non ne uscirà mai più.




Avevo già passato più di dieci anni a ingozzarmi di progressive ― pranzo cena e colazione, giorno e notte, feriali e festivi ― e avevo sviluppato un palato musicale evoluto che veniva solo sfiorato dal più grezzo rock senza che questo facesse una presa sostanziale, ma l’ascoltare all’improvviso questa dolce, triste Racing in the Street mi provocò quella stessa sensazione che nel 1974 aveva spinto Jon Landau, uno dei più noti critici musicali statunitensi, dopo aver assistito per la prima volta a un concerto del Boss, ad affermare: “Ho visto il futuro del rock’n roll, e il suo nome è Bruce Springsteen.
Mai visione fu più profetica. Da allora sono più di quarant’anni che il Boss è sulla breccia senza alcuna intenzione di andarsene, e dopo di lui non si è presentato nessun’altro con le capacità necessarie per reclamarne il posto. Da parte mia, dopo aver assimilato ben bene quello struggente Darkness on the edge of town fino a conoscerlo quasi a memoria, mi rifeci del tempo perduto e imparai tutti gli altri LP, a partire da Greetings from Ashbury Park per proseguire con Born to run e The River fino a Born in the USA e i successivi, a colmare una lacuna che però, per quanto piacevole, non riuscirà mai a scalzare il progressive dal primo posto delle mie preferenze musicali.
Bei ricordi, belle sensazioni. Sono ritornate tutte alla luce leggendo questo Bruce Springsteen ― Spiriti nella notte, la biografia del Boss realizzata liberamente in forma di fumetto da Marco D’Angelo (alla penna) e Fabrizio Di Nicola (alle matite).
I due autori hanno scritto un racconto che riporta gli episodi salienti della vita di Springsteen e della sua ascesa in campo musicale, suddividendolo in capitoli staccati ispirati ognuno ad una sua canzone e privilegiando gli aspetti psicologici e sentimentali che hanno portato alla sua creazione. La narrazione non è strettamente cronologica e i toni sono coinvolgenti, vi si alternano pagine esaltanti con situazioni malinconiche, non tralasciando passi pieni di azione alternati a momenti riflessivi. Dal suo primo incontro con una chitarra alle notti trascorse a camminare pensando o a correre in macchina, dall’incontro con quelle che saranno amicizie importanti ai primi concerti, senza che manchi il resoconto della costituzione della mitica E-Street Band che lo ha accompagnato per decenni fornendo un apporto sostanziale al suo successo.
I disegni di Di Nicola sono realizzati in un bianco-nero nitido, senza retinature e con poche concessioni alle sfumature, risultano dinamici e sono sufficientemente rappresentativi dei personaggi che si riconoscono a colpo d’occhio. Ovviamente per chi già sa chi essi siano. Ma il fumetto può soddisfare anche coloro che vogliano accostarsi in maniera piacevole a un fenomeno musicale senza saperne nulla a priori.
E a me ha innescato la voglia di continuare a scrivere di un rock-man genuino, uno dei pochi che si sono dati completamente al proprio pubblico mettendo in scena concerti dalla durata chilometrica fino a uscirne del tutto spossati per la pura gioia di suonare, ma questo andrebbe oltre gli scopi di questa pagina e rischierei davvero di annoiarvi.
Bene, indovinate che colonna sonora ho ripescato per scrivere questo post?
I got a sixty nine Chevy…
Il Lettore (in versione rockettara, moderata e struggente)

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