martedì 24 maggio 2016

CineMAH presenta: Il buio in sala

Un altro cadeau giunto da Torino, ma stavolta il fortunato destinatario è mio figlio.
Fammi dare un’occhiata, gli ho detto, e ho cominciato a leggere. E non ho smesso fino a metà libro, con le lacrime agli occhi che sono cominciate a spuntarmi già dalle prefazioni e hanno continuato a sgorgare per ognuna delle recensioni che Leo Ortolani ha stilato sui film che è andato a vedere al cinema.
Non lacrime di dolore, intendete bene, ma singhiozzi di puro divertimento.




Ho preso un caffè insieme a Leo Ortolani quando è venuto a Perugia in occasione di un recente Immaginario Festival. Come d’obbligo si è scivolati a parlare della laurea che ci accomuna, e ci siamo ritrovati a piangere ognuno sulla spalla dell’altro. Il caffè è risultato un po’ salato.
Dal vivo Leo è come quando scrive e disegna: una battuta dietro l’altra. Si vede proprio che gli vengono spontanee. E dall’unione di questo aspetto della sua personalità con la sua passione per il cinema non poteva non nascere una serie di recensioni spassionate, aperte, ironiche, sarcastiche e soprattutto comicissime.



Il buio in sala è una raccolta di queste critiche personali, qualche volta positive, ma per lo più dissacranti, che Leo ha già pubblicato sul suo blog (https://leortola.wordpress.com/) nel corso del tempo, e con le quali spara a zero su tutti gli aspetti dei film (con una spiccata predilezione per quelli di supereroi) che non risultano di suo gradimento. Un po’ come faccio io in questo blog per quanto riguarda la scrittura. Ma a lui il sense of humour riesce meglio.



Così saltano fuori tutte le pecche dei film più noti che sono transitati per le sale cinematografiche in questi ultimi tempi, da trame inesistenti…


…a personaggi sopra le righe; da sceneggiature raffazzonate ad attori la cui capacità di recitazione rivaleggia con quella di uno scoiattolo impagliato, da registi e produttori votati al solo guadagno a un pubblico che si lascia prendere in giro consapevolmente, tutte situazioni intervallate con la solita tetta che il regista fa vedere quando bisogna risollevare gli spettatori dall’addormentamento.
E come non ridere a crepapelle nel leggere che le parti dei protagonisti in 50 sfumature di grigio sono state assegnate rispettivamente a una platessa ― l’unico pesce in grado di dare la giusta intensità recitativa al personaggio ― e al bricco del latte, l’unico che finché lo guardi recitare il latte non bolle?
Se amate il cinema, il fumetto e la comicità, non potete lasciarvi sfuggire queste recensioni dissacranti, sarcastiche ed ironiche, dense di quelle battute fulminanti alle quali Leo ci ha abituati con i suoi albi e che fanno ridere ogni volta che avanzi di una pagina. E, ovviamente, come potrebbero mancare quelle che vengono capite solo dai geologi?


E per finire, un altro merito di questo libro è stato che grazie a lui sono riuscito, per la prima volta in assoluto, a terminare di leggere per intero una storia di Zerocalcare senza abbandonarla dopo due vignette. Era una delle prefazioni. Costituita da una sola vignetta una.
Il Lettore


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