sabato 7 marzo 2015

Non esiste saggezza

Vi trascrivo un pensiero di Robert Louis Stevenson:
Chiunque può scrivere un racconto – un cattivo racconto; voglio dire, chiunque abbia sufficiente diligenza, carta e tempo; ma non tutti possono sperare di scrivere un romanzo, anche cattivo. È la lunghezza che uccide.»
Oltre al del tutto vero significato macroscopico, questa frase esprime tra le righe anche il concetto di come scrivere un buon racconto sia ancora più difficile dello scrivere un romanzo. Pura verità, perché scrivere un buon racconto non è appannaggio di chiunque, a volte neanche dell’autore di un buon romanzo. Magari del perché ne parlerò in una qualche lezione (semiseria) di scrittura creativa. Qui aggiungo solamente, per gli esordienti che mi seguono, che la quasi totalità degli scrittori famosi hanno pubblicato raccolte di racconti solo dopo aver pubblicato i romanzi che li hanno reso famosi. Quindi non sperate che vi vengano pubblicati quei quattro raccontini quattro che avete spedito a una casa editrice.
Perché i racconti – anche quelli buoni – non vendono, soprattutto se sei uno sconosciuto.




E infatti Gianrico Carofiglio ha fatto uscire questa raccolta di dieci racconti solo dopo che diversi suoi romanzi hanno riscosso un notevole successo. Come del resto hanno fatto Camilleri e altri scrittori famosi che ormai sanno come funzionano le cose.
A me sono piaciuti quasi tutti, quale più quale meno. La scrittura è quella solita di Carofiglio, fluida e accattivante, le trame scorrono e fanno nascere interesse fino alla risoluzione che a volte si esplica con un colpo di scena e a volte deriva naturalmente dal concatenamento dei fatti. Tra i racconti ve ne sono di profondi e di più leggeri e tra tutti, a testimoniare la sua passione per il mondo dei fumetti, spicca quello che più che un racconto è un divertissement dell’autore sotto forma di un’intervista a un personaggio improbabile come Tex Willer, che risponde alle domande dell’intervistatore con una moderata autoironia in ogni caso non scevra delle proprie incrollabili convinzioni.
Diciamo che per me è stata una lettura soddisfacente, anche se non eccelsa, e se dovessi scegliere i migliori tra tutti i racconti nominerei quello che dà il titolo alla raccolta, Non esiste saggezza,  e quello intitolato Il maestro di bastone.
Un difetto del volume in generale: i racconti sono pochi e non lunghissimi, e sia la dimensione dei caratteri che l’impaginazione sono progettati in modo da far sembrare il libro più lungo per poterne giustificare il prezzo di copertina, il ché fa storcere il naso e fa subito sorgere alla mente il sentore di una spudorata operazione commerciale.
Ma che vuoi, ormai lo sappiamo come vanno le cose.
Il Lettore

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