mercoledì 9 ottobre 2013

Mr Gwyn

In ordine temporale di approccio, di Alessandro Baricco ho già letto/tentato di leggere: Seta (molto buono); Oceano Mare (non terminato, uffa che barba che noia che barba…); Castelli di rabbia (piantato a metà, uffa ecc.); Novecento (ottimo); City (piantato ancora prima di essere giunto a metà); Senza sangue (buono).

Da un rapido riepilogo emerge un equilibrato 3 a 3, quindi capirete come mi sia apprestato a leggere Mr Gwyn con una certa dose di curiosità ma anche un pizzico di scetticismo.


Bene, dopo la lettura ora siamo sul 4 a 3 per i “buoni”: Mr Gwyn l’ho divorato in un giorno e devo dire che è uno dei libri più godibili che ho letto negli ultimi tempi. Sarà perché parla di scrittura?
Quello che viene in mente leggendo questo romanzo è la precisione. Precisione di intenti, di immagini, di concetti e sensazioni. Precisione nella ricerca delle parole, nella maniacale accuratezza con cui queste concorrono a costruire le frasi e le frasi i periodi. Precisione nei scambi verbali: poche volte mi è capitato di imbattermi in dialoghi così freschi e verosimili. Una precisione sicuramente frutto di un lungo lavoro di limatura, che ha contribuito a comporre uno stile di quelli che facendoti l’occhiolino ti trasmettono il concetto: “ecco, lo vedi com’è che si scrive?” ma che in fondo è perfettamente adeguato alla storia e al come l’autore ha inteso narrarla.
La trama è originale, dipanata in modo encomiabile, senza alcun deludente calo di tensione e/o aspettativa, e i due protagonisti che si danno il cambio dopo la metà del libro sono dipinti con una professionalità che conferma le doti di Baricco. Le atmosfere che Mr Gwyn vuole ricostruire per il suo strano progetto sono descritte in modo tale da fartici sentire dentro, e le invenzioni romanzesche, dal ritratto scritto alle lampadine fatte a mano, sono spiegate in modo così accattivante che non puoi fare a meno di sorridere mentre leggi.
Un altro aspetto che emerge prepotente dal romanzo, insieme alla figura dell’agente letterario, è il rapporto di lavoro/amicizia che lega quest’ultimo al protagonista: in poche pagine Baricco tratteggia un legame tra uomini di quelli che potrebbero essere citati in una discussione. 
Un libro pieno di garbo, di magìa, un libro che per il modo di indagare sulla conoscenza consapevole di se stessi e degli altri mi ha ricordato le tematiche di Pirandello.
Bello. Da leggere, soprattutto se uno è interessato alle problematiche degli scrittori.
Il Lettore 

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