In ordine temporale di
approccio, di Alessandro Baricco ho
già letto/tentato di leggere: Seta
(molto buono); Oceano Mare (non
terminato, uffa che barba che noia che barba…); Castelli di rabbia (piantato a metà, uffa ecc.); Novecento (ottimo); City (piantato ancora prima di essere
giunto a metà); Senza sangue
(buono).
Da un rapido riepilogo
emerge un equilibrato 3 a 3, quindi
capirete come mi sia apprestato a leggere Mr
Gwyn con una certa dose di curiosità ma anche un pizzico di scetticismo.
Bene, dopo la lettura ora
siamo sul 4 a 3 per i “buoni”: Mr Gwyn l’ho divorato in un giorno e
devo dire che è uno dei libri più godibili che ho letto negli ultimi tempi.
Sarà perché parla di scrittura?
Quello che viene in mente
leggendo questo romanzo è la precisione.
Precisione di intenti, di immagini, di concetti e sensazioni. Precisione nella
ricerca delle parole, nella maniacale accuratezza con cui queste concorrono a
costruire le frasi e le frasi i periodi. Precisione nei scambi verbali: poche
volte mi è capitato di imbattermi in dialoghi così freschi e verosimili. Una
precisione sicuramente frutto di un lungo lavoro di limatura, che ha
contribuito a comporre uno stile di quelli che facendoti l’occhiolino ti
trasmettono il concetto: “ecco, lo vedi
com’è che si scrive?” ma che in fondo è perfettamente adeguato alla storia
e al come l’autore ha inteso narrarla.
La trama è originale, dipanata in modo encomiabile, senza alcun
deludente calo di tensione e/o aspettativa, e i due protagonisti che si danno
il cambio dopo la metà del libro sono dipinti con una professionalità che
conferma le doti di Baricco. Le atmosfere
che Mr Gwyn vuole ricostruire per il suo strano progetto sono descritte in modo
tale da fartici sentire dentro, e le invenzioni
romanzesche, dal ritratto scritto
alle lampadine fatte a mano, sono
spiegate in modo così accattivante che non puoi fare a meno di sorridere mentre
leggi.
Un altro aspetto che emerge
prepotente dal romanzo, insieme alla figura dell’agente letterario, è il
rapporto di lavoro/amicizia che lega quest’ultimo al protagonista: in poche
pagine Baricco tratteggia un legame tra uomini di quelli che potrebbero essere
citati in una discussione.
Un libro pieno di garbo, di magìa, un libro che per il modo di indagare sulla conoscenza consapevole
di se stessi e degli altri mi ha ricordato le tematiche di Pirandello.
Bello. Da leggere,
soprattutto se uno è interessato alle problematiche degli scrittori.
Il Lettore
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