venerdì 2 agosto 2013

In lode e biasimo dei negozietti di libri usati

Qual è  uno dei pochissimi aspetti positivi del fatto che la gente legge poco? Ve lo dico io: che molti non-lettori si sbarazzano subito dei libri che sono stati donati loro, riciclandoli come regalo o, per nostra fortuna, rivendendoli ai negozietti di libri usati. In queste Isole del Tesoro si può trovare di tutto: dai classici italiani e stranieri alle ultimissime uscite; soprattutto nei giorni successivi al Natale vi si possono scovare a metà prezzo quasi tutti i titoli reclamizzati nei giorni immediatamente precedenti.


Purtroppo, nella mia città di negozietti specializzati in libri usati ve ne sono pochi, e i vari Mercatini dell’Antiquariato, Carabattole, Vecchio ed Obsoleto non sono abbastanza organizzati da costituire una valida alternativa, così come nei banchi librari intermittenti delle fiere di paese i volumi sono in genere accatastati troppo alla rinfusa per consentire una qualsiasi ricerca mirata.
Alcuni di quei pochi negozi però sono anche mirabilmente strutturati con la divisione in settori: Thriller (sono quelli che vanno alla grande), Narrativa italiana, Narrativa straniera, Psicologia, Religione, Fumetti, Biografie, Romanzi erotici, Giallistica ecc., in ognuno dei quali sono ripartiti gli autori in ordine alfabetico. Meglio di tante delle librerie che frequento, alcune delle quali sistemano sugli scaffali i libri ripartiti per casa editrice, rendendo così la ricerca di una specifica opera della quale si ignora l’editore un qualcosa di poco meno complicato della ricerca del Santo Graal.
Nel negozio di libri usati le ultime uscite (rilegate a filo con sovracoperta) si trovano alla metà del prezzo di copertina, la maggior parte dei titoli restanti tra i 3 e i 7 euri (a seconda della grandezza e del tipo di rilegatura o se l’autore è più o meno conosciuto, più che per l’effettivo valore del libro), e i più vecchi, i classici o le edizioni economiche te li puoi portare a casa per un euro o due. Certo, se si vuole un titolo in particolare non è detto che si riesca a trovarlo con facilità, e qui entra in gioco la fortuna e quel certo grado di aleatorietà che rende eccitante qualsiasi avventura, ma a volte può capitare la sorpresa di imbatterti in un autore che avevi sempre desiderato leggere ma non avevi mai preso prima perché non eri del tutto convinto, e a quel punto può anche valere la pena di rischiare quei pochi euri. Lee Child l’ho scoperto così, come così ho raccolto tutta la saga di Malaussène o parecchi classici tra cui Lorenz, Dumas, Yourcenar, oltre ai gialli di Deaver, Grisham, McBain, Stout, James, e proseguendo ne potrei nominare decine e decine di altri.
Peccato però che un’altra caratteristica che contraddistingue quasi tutti i negozi di libri usati, perlomeno quelli che frequento io, sia l’assoluta incompetenza letteraria dei loro gestori: in genere essi sono solo commercianti e non fanno proprio parte della categoria dei Librai con la elle maiuscola, quelli che oltre a vendere leggono anche, e che ti sanno consigliare autori altrimenti ignorati e letture meritevoli.
Peccato anche che tra questi commercianti domini la concezione comune presente nella maggior parte degli altri negozi di questa città, e cioè che quando vi entri a cercare qualcosa sembra sempre che i gestori ti stiano concedendo un grosso favore, e ti accolgano e ti salutino, quando lo fanno, con quella spiccata antipatia tipica del “se restavi a casa tua era meglio”.
Chissà, forse sarà una malattia endemica di quest’area.
Il Lettore 

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