martedì 27 marzo 2018

I cercatori di ossa


In altri post su Michael Crichton (vedi qui) avevo già scritto la mia delusione nel vedere rincoglionirsi con l’andare del tempo un autore che avevo molto amato. Non so e non saprò mai se a causa della vecchiaia e della sopraggiunta demenza senile, se per via di essere diventato ricco o di volerlo diventare ancora di più fregandosene della qualità, o altro, fatto sta che scrivevo come i suoi romanzi, un tempo più che buoni, con l’incedere degli anni ’90 siano peggiorati notevolmente fino a diventare illeggibili.

Questo già per gli ultimi realizzati quando era ancora in vita, figurarsi per quelli scritti dopo morto.



Questo I cercatori di ossa è uscito in libreria il mese scorso, a dieci anni dalla morte del suo (presunto) autore. Nelle pubblicità dicono che è un precursore di Jurassic Park di cui dovrebbe costituire gli antefatti, ma dopo averlo letto posso affermare che è soltanto un’immane cagata e che senz’altro non è stato scritto dallo stesso Crichton di Andromeda, di Sol levante e di Congo. Non è stato scritto proprio da Crichton, mi ci giocherei le palle. Forse tra le sue carte saranno esistiti quattro appunti che avevano come tema i primi anni della paleontologia, e qualcuno avrà deciso di tirarci fuori un romanzo per farci ancora un po’ di soldi, ma almeno gli fosse riuscito bene!
Il pessimo romanzo è ambientato negli Stati Uniti nella seconda metà dell’800, all’epoca dei primi ritrovamenti di ossa di dinosauri e delle conseguenti diatribe tra gli evoluzionisti e i religiosi categorici che condannavano le teorie di Darwin come eretiche. Due professori rivali partono per le loro campagne alla ricerca di fossili in pieno territorio indiano, subito dopo il massacro di Little Big Horn, tanto per inquadrare la vicenda temporalmente, seguiti ognuno dal proprio gruppo di studenti, e cominciano subito a fare a gara a chi dei due ce l’ha trova il fossile più lungo interessante. Mi ritengo abbastanza ferrato sulla paleontologia e conosco bene quali sono stati i passi avanti compiuti in questa scienza e fin qui ci saremmo anche, ma in quanto all’averlo saputo rendere interessante siamo proprio al livello più infimo, roba che neanche il più scarso dei miei allievi ci sarebbe riuscito.
Il protagonista è uno degli studenti, un giovane riccastro di buona famiglia che si trova coinvolto nella vicenda per scommessa e che ne approfitterà per un percorso di formazione che lo condurrà a diventare uomo. Ma la vicenda del romanzo è trattata da asilo nido, senza nulla che ne risollevi un po’ il tono. La superficialità la fa da padrona in tutti gli aspetti, dalla trattazione del protagonista a quella dei fatti che gli succedono, dall’illustrazione dei pionieri del west agli aspetti scientifici degli albori della paleontologia, così come fanno schifo gli “approfondimenti” sulle lotte tra religione e scienza e sui combattimenti tra uomini bianchi e pellirosse. Mille volte meglio leggere un buon Tex Willer.
Ma è chiaro che ne faranno anche una serie tv, magari augurandosi pure che ottenga lo stesso successo di E.R. La parte del triceratopo la daranno a George Clooney? Nel romanzo non c’è nessun triceratopo, ma di sicuro se lo inventeranno. Un triceratopo contro un tirannosauro: contro ogni previsione di sicuro vincerà George.
Il Lettore schifato
Lettore, Crichton

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