martedì 7 novembre 2017

Perché non sono cristiano

Fermi! Rilassatevi e prendetevi un attimo di pausa in modo di leggere questo post in tutta tranquillità, perché oggi parliamo di un libro assolutamente fondamentale, un libro basilare nella letteratura e nella filosofia del ventesimo secolo e che tutti dovrebbero leggere, un libro di quelli che ti invitano a riflettere a fondo su ogni affermazione che l’autore ha scritto (ed è per questo che ci ho messo molto tempo a leggerlo).
Ognuno di noi prima o poi si sarà chiesto che cosa succederà quando moriremo. La risposta di Bertrand Russell è estremamente semplice: “Quando morirò, sarò niente di niente e nulla di me sopravviverà. Non sono più giovane e amo la vita. Ma mi rifiuto di vivere tremando di terrore al pensiero del nulla, la felicità non è meno vera perché deve finire, né il pensiero e l'amore perdono il loro valore perché non sono immortali.
Un modo di pensare ragionato e nello stesso tempo estremamente positivo e umano.




Russell parte da queste parole per dare vita a una profonda disamina di come influisce qualsiasi religione, quella cristiana in particolar modo, nella vita di tutti gli uomini. Una persona grezza come me la direbbe alla perugina: le religioni hon fatto sempre più danni de la grandine, ma un Premio Nobel, eccheccazzo, è molto più forbito e diplomatico: “[...] non sono cristiano: in primo luogo, perché non credo in Dio e nell'immortalità; e in secondo luogo, perché Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale”, precisando, poi, che il suo insegnamento (quello di Gesù Cristo, capiamoci), pur eccellente sotto molti aspetti, appare difettoso sotto molti altri e dal punto di vista morale non regge il confronto né con Buddha né con Socrate.
Ma non si limita solo al ridimensionare qualsiasi professione di fede: “È indesiderabile credere vera una proposizione quando non c'è alcun fondamento per supporre che sia realmente vera” allargandosi sul pensare in modo razionale; inoltre insiste particolarmente sui danni collaterali che le religioni possono provocare con i loro insegnamenti distorti. Si prenda il caso della religione cattolica nei confronti del sesso: "Il sesso come l'alimentazione va vissuto in modo semplice e naturale: ogni eccesso è negativo e come nel caso del cibo ogni proibizione ne accresce il desiderio eccessivo. L'insegnamento della Chiesa, com'è dimostrato negli Stati Uniti, con il suo rigido moralismo ha stimolato in modo malato l'interesse per il sesso. L'impulso naturale represso non produce uomini sani e aperti."
In questa raccolta di saggi scritti da Russell tra il 1899 e il 1954 e in seguito pubblicati in volume, il filosofo premio Nobel per la Letteratura nel 1950 tira le somme dei motivi del suo ateismo, ma con questo non intende invitare tutti a seguire il suo esempio: incita solamente qualsiasi persona alla libertà di pensiero: ragionare con la propria testa, non spinti da dogmi o sotto l’influenza di qualsiasi tipo di insegnamento interessato. Per la sua abiura di un qualsiasi credo religioso Russell è stato oggetto, da parte di alcuni vescovi, di ostracismo e di una martellante campagna denigratoria dopo che gli era stata assegnata una cattedra al City College di New York. Gli è andata anche bene: a Roma forse sarebbe stato scomunicato (per quanto poco gliene sarebbe potuto interessare), in Islam direttamente giustiziato. Sono i più fanatici quelli a cui fa più paura una persona che pensa con la propria testa.
Dan Brown nel suo ultimo libro ha romanzato lo stesso tema, Bertrand Russell invece lo spiega in modo ragionato: non esiste nessun Dio, siamo solo frutto di un’evoluzione durata miliardi di anni e ancora in proseguire. Facciamocene una ragione e piantiamola perlomeno con le guerre religiose che non hanno nessun senso ma provocano ancora oggi migliaia di morti in ogni parte del globo.
Ragioniamo liberi da qualsiasi costrizione o insegnamento coatto, cioè in modo contrario a ciò che vogliono invece coloro ai quali fa comodo tenerci soggiogati. Sia in campo religioso che in campo politico. Grande.
Per la sua umanità e il suo pacifismo se fosse ancora vivo si meriterebbe di prendere il Nobel per la seconda volta. Uno dei pochi Nobel per la Letteratura che non hanno ammazzato nessuno dei propri personaggi.
Il Lettore 

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