lunedì 20 novembre 2017

I migliori di noi

Stavolta Andrea Scanzi non mi è piaciuto.
E ne sono rimasto deluso, perché Scanzi è un giornalista che apprezzo molto sia per l’humour che per lo stile, ma questo romanzo se lo poteva anche risparmiare.




Soprattutto per il fatto che la trama è assolutamente inconsistente, e per di più con un finale aperto che più aperto non si può. Sì, l’ho capito che erano proprio queste le intenzioni dell’autore, ma pur avendolo capito non ne sono rimasto per nulla soddisfatto.
In pratica è un libro che si regge solo sulle battute di un pur talentuoso “cazzaro” quale è l’autore. Scritto molto bene sia come ritmo che come scelta della terminologia, è costituito di una battuta dietro l’altra, di situazioni paradossali che fanno ridere ma non bastano a dare corpo a un romanzo vero e proprio. Alcune scene veramente esilaranti, ma basta, finisce qui e al termine ti lascia poco più di nulla.
Per dire, il personaggio che mi è piaciuto di più è un cane, Bergie, la femmina leonberger di uno dei protagonisti.
Oltretutto sembra che il libro glielo abbia sponsorizzato la pro-loco di Arezzo, da come l’autore inneggia in modo sfacciato alla sua toponomastica e ai vari locali che i personaggi hanno modo di frequentare in continuazione. Un po’ troppo.
Di sicuro Andrea Scanzi riesce molto meglio come giornalista e come opinionista che come autore di romanzi.
Il Lettore

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