venerdì 11 agosto 2017

Le due teste del tiranno

Dopo aver già parlato di matematica in Capra e calcoli, ecco che Marco Malvaldi fa il bis e ripropone un nuovo saggio in cui parla ancora di matematica. Oltretutto, non era laureato in chimica?




Però la matematica lo interessa molto, visto che è il secondo saggio che ci pubblica sopra. Qui espone una serie di teoremi, scoperte, enunciazioni che dovrebbero essere utili, secondo lui, a conquistarci la libertà.  La libertà di pensiero, naturalmente.
A partire dal teorema di Bayes (conosciuto anche come formula di Bayes o teorema della probabilità delle cause). È quel teorema che spiega come in alcune occasioni l’evento più probabile sia quello a cui intuitivamente non arriveresti mai. Proposto da Thomas Bayes, deriva da due teoremi fondamentali delle probabilità: il teorema della probabilità composta e il teorema della probabilità assoluta. Viene impiegato per calcolare la probabilità di una causa che ha scatenato l'evento verificato. Per esempio si può calcolare la probabilità che una certa persona soffra della malattia per cui ha eseguito il test diagnostico (nel caso in cui questo sia risultato negativo) o viceversa non sia affetta da tale malattia (nel caso in cui il test sia risultato positivo), conoscendo la frequenza con cui si presenta la malattia e la percentuale di efficacia del test diagnostico (ho preso queste parole da Wikipedia: era più facile mettere una definizione riconosciuta che spiegarlo con parole mie).
Poi Malvaldi passa attraverso altre amenità matematiche, inclusi i tentativi di Turing per scoprire i segreti di Enigma e la ragione per cui è impossibile dotarci di un sistema elettorale equo e razionale (nonostante i politici), per finire con lo spiegare l’effetto Dunning-Kruger. Che uno capisce dopo che in fin dei conti era questo lo scopo del libro. Si vede che è stato il documentarsi su questa patologia che gli ha scatenato la voglia di scriverci sopra. Come è successo a me che avevo già studiato su questo effetto. Solo che io non ci ho scritto sopra nulla, accidenti a me.
L'effetto Dunning-Kruger è una “distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in materia” (sempre parole di Wikipedia). La conseguenza più eclatante di questo effetto è quella che, molto spesso, gli incompetenti si dimostrano estremamente supponenti. Si può dire anche intollerabilmente saccenti.
Essendomi capitato già molte volte, negli ultimi tempi, di incontrare persone ormai allo stadio terminale di questa malattia, mi ero già documentato a fondo su questo effetto che rende le persone francamente insopportabili, e leggere che aveva interessato anche Malvaldi mi ha fatto piacere (come quando hai intenzione di comperare un’automobile e ti capita di incontrare in continuazione esemplari di quel modello che vorresti).
L’ennesima dimostrazione dell’imbecillità umana. Socrate diceva che più sai e più ti rendi conto di non sapere. Purtroppo ti sbatti sempre con persone che non sanno e allo stesso tempo vogliono farti pesare la loro supposta (ma solo da loro stessi) superiorità in materia. Va be’.
Un’altra coincidenza curiosa: tra i libri che al termine Malvaldi consiglia di leggere c’è anche il fondamentale The principles of mathematics del Premio Nobel Bertrand Russell. Anche questa cosa mi ha gratificato assai perché avevo già cominciato a leggere questo libro qualche settimana fa. Purtroppo la versione che possiedo è l’originale in lingua e il leggere un saggio di matematica in inglese non è che sia poi così estremamente piacevole, per cui mi sono ritrovato a consumare il testo a tozzi e bocconi, poche pagine per volta, e vado avanti mooolto a rilento. Ma prima o poi lo finirò, abbiate pazienza.
Comunque, ho trovato questo Le due teste del tiranno piacevole da leggere e interessante. Anche se di non facile lettura per i concetti difficili e le dimostrazioni dei teoremi che diverse volte ti costringono a tornare indietro per rileggere dei passaggi non sufficientemente chiari.
Cosa di cui ti avverte anche Malvaldi stesso, ma lo fa solo al termine dell’ultimo capitolo, il bastardo.
Il Lettore

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