Dopo aver già parlato di
matematica in Capra e calcoli, ecco
che Marco Malvaldi fa il bis e ripropone un nuovo saggio in cui
parla ancora di matematica. Oltretutto,
non era laureato in chimica?
Però la matematica lo interessa molto, visto che è il secondo saggio che ci
pubblica sopra. Qui espone una serie di teoremi, scoperte, enunciazioni che
dovrebbero essere utili, secondo lui, a conquistarci la libertà. La libertà di
pensiero, naturalmente.
A partire dal teorema di Bayes (conosciuto anche come
formula di Bayes o teorema della probabilità delle cause). È quel teorema che
spiega come in alcune occasioni l’evento più probabile sia quello a cui intuitivamente non arriveresti mai. Proposto
da Thomas Bayes, deriva da due
teoremi fondamentali delle probabilità: il teorema della probabilità composta e
il teorema della probabilità assoluta. Viene impiegato per calcolare la
probabilità di una causa che ha scatenato l'evento verificato. Per esempio si
può calcolare la probabilità che una certa persona soffra della malattia per
cui ha eseguito il test diagnostico (nel caso in cui questo sia risultato
negativo) o viceversa non sia affetta da tale malattia (nel caso in cui il test
sia risultato positivo), conoscendo la frequenza con cui si presenta la
malattia e la percentuale di efficacia del test diagnostico (ho preso queste
parole da Wikipedia: era più facile
mettere una definizione riconosciuta che spiegarlo con parole mie).
Poi Malvaldi passa attraverso
altre amenità matematiche, inclusi i
tentativi di Turing per scoprire i segreti di Enigma e la ragione per cui è
impossibile dotarci di un sistema elettorale equo e razionale (nonostante i
politici), per finire con lo spiegare l’effetto
Dunning-Kruger. Che uno capisce dopo che in fin dei conti era questo lo scopo del libro. Si vede che è stato il
documentarsi su questa patologia che gli ha scatenato la voglia di scriverci
sopra. Come è successo a me che avevo già studiato su questo effetto. Solo che
io non ci ho scritto sopra nulla, accidenti a me.
L'effetto Dunning-Kruger è una “distorsione
cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a
sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in materia”
(sempre parole di Wikipedia). La conseguenza più eclatante di questo effetto è
quella che, molto spesso, gli incompetenti
si dimostrano estremamente supponenti. Si può dire anche intollerabilmente saccenti.
Essendomi capitato già molte volte, negli ultimi tempi, di
incontrare persone ormai allo stadio
terminale di questa malattia, mi ero già documentato a fondo su questo
effetto che rende le persone francamente insopportabili, e leggere che aveva
interessato anche Malvaldi mi ha fatto piacere (come quando hai intenzione di
comperare un’automobile e ti capita di incontrare in continuazione esemplari di
quel modello che vorresti).
L’ennesima dimostrazione dell’imbecillità umana. Socrate diceva che più sai e più ti rendi conto di non sapere. Purtroppo
ti sbatti sempre con persone che non
sanno e allo stesso tempo vogliono farti pesare la loro supposta (ma solo
da loro stessi) superiorità in materia. Va be’.
Un’altra coincidenza curiosa:
tra i libri che al termine Malvaldi consiglia di leggere c’è anche il fondamentale
The principles of mathematics del
Premio Nobel Bertrand Russell. Anche
questa cosa mi ha gratificato assai perché avevo
già cominciato a leggere questo libro qualche settimana fa. Purtroppo la
versione che possiedo è l’originale in lingua e il leggere un saggio di
matematica in inglese non è che sia
poi così estremamente piacevole, per cui mi sono ritrovato a consumare il testo
a tozzi e bocconi, poche pagine per volta, e vado avanti mooolto a rilento. Ma
prima o poi lo finirò, abbiate pazienza.
Comunque, ho trovato questo Le due teste del tiranno piacevole da
leggere e interessante. Anche se di non facile lettura per i concetti difficili
e le dimostrazioni dei teoremi che diverse volte ti costringono a tornare
indietro per rileggere dei passaggi non sufficientemente chiari.
Cosa di cui ti avverte anche Malvaldi
stesso, ma lo fa solo al termine dell’ultimo capitolo, il bastardo.
Il Lettore
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