venerdì 28 ottobre 2016

Azione e reazione

Ho ritrovato questo racconto pubblicato in formato epub tra i files archiviati nel mio telefono e devo ammettere che mi ero del tutto scordato della sua esistenza. Tant’è vero che sono rimasto deluso nello scoprire che era solo un racconto, pensavo fosse qualcosa di più sostanzioso, ed ero anche stupito perché mi era sfuggita la notizia della pubblicazione di un altro romanzo di Marco Malvaldi.
Poi, cercandone in rete la copertina da mostrarvi in formato elettronico, ho scoperto che Azione e reazione era stato pubblicato insieme ad altre storie nel 2013 all’interno della raccolta Ferragosto in giallo.
Ciò non è che fosse una garanzia, ma già che c’ero l’ho letto lo stesso.




Ci si accorge subito infatti che è un racconto datato, in quanto i personaggi seriali sono i soliti vecchietti del Bar Lume ma il commissario di polizia è quello apparso nei primi romanzi di Malvaldi e non la donna che in seguito gli subentra e che finirà con l’intrecciare un rapporto con il barrista Massimo.
Un racconto di una settantina di pagine elettroniche, come al solito colmo della simpatia con la quale Malvaldi ama rivestire i suoi personaggi ma in definitiva con la stessa qualità intrinseca delle raccolte estive (e invernali) di Sellerio: robbetta.
Nonostante il nome altisonante degli autori.
Per quanto riguarda il plot del racconto infatti, nei trafiletti pubblicitari si può leggere: “una soluzione inaspettata e particolarmente originale”, se non fosse che la stessa “soluzione inaspettata e originale” è stata utilizzata minimo 27.459 volte in altri romanzi gialli. Una più una meno. E dicono anche che solo Malvaldi la poteva ideare, visto che è un chimico. Allora mi viene in mente che gli altri scrittori che hanno utilizzato la stessa soluzione prima di lui, a partire da John Dickson Carr per finire con Ian Fleming, non essendo loro chimici di formazione sono stati ancora più bravi.
Un ricco turista russo, antipatico e prepotente, viene assassinato per avvelenamento in un albergo di Pineta. Nello suo stomaco però non vengono trovate tracce di prodotti tossici. Come avranno fatto ad avvelenarlo? Chi sarà l’assassino?
Alla prima domanda non è necessario prendere una laurea in chimica per essere in grado di rispondere, e anche per la seconda, visto che tra i personaggi non c’è un maggiordomo ma una moglie sì, non è che si debba proprio essere delle aquile.
Di piacevole lettura, ma sempre robetta resta. Da spiaggia, appunto.
Il Lettore 

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