Girellavo per casa cercando
qualcosa da leggere e tra i libri del mio editor
ho scovato questa raccolta di racconti che Miguel
Barnet ha dedicato alle donne del suo paese: Cuba. Essendo le donne
un argomento che mi ha da sempre interessato, il volumetto mi ha incuriosito e
ho voluto rendermi conto di cosa si trattasse.
La prossima volta che mi
prenderà la voglia di guardare su quei scaffali sarà meglio invece che me ne
vada a fare una passeggiata.
E sì che a rigor di logica l’autore non è nemmeno sudamericano, ma si
vede che ha soggiornato parecchio a sud di Panama.
Le
regine dell’Avana è una di
quelle raccolte di raccontini scialbe e inutili delle quali ti dimentichi immediatamente subito dopo
finito di leggerle. Un po’ come quella di Camilleri che ho recensito qualche
settimana fa. Tant’è vero che ora che mi sto accingendo a cercare di spiegarne
il perché non mi torna in mente nessuna delle donne raccontate dall’autore che,
secondo lui, avrebbero dovuto rappresentare il simbolo della femminitudine di
Cuba e dell’Avana in particolare.
Va be’, a fare uno sforzo
ricordo che ha parlato della solita puttana,
della solita strega coinvolta con i
riti vuduistici, della solita bigotta
con la casa piena di santini, della solita moglie
che resta fedele al marito lontano e… ah, sì, come poteva mancare l’altra
puttana che in realtà è un omaccione
con tanto di attributo in mezzo alle gambe? Travestito sì, ma a detta sua molto
femminile. E molto innamorato/a dell’uomo che lo/la sfrutta miserabilmente,
sennò non avrebbe fatto colpo.
Basta, le altre due o tre non
me le ricordo proprio. Sì, perché in tutto sono solo 7-8 raccontini, scritti
fra l’altro nell’arco di trent’anni e quindi del tutto slegati, che a parer mio
sono stati alla fine pubblicati da qualcuno solo perché l’autore dovrebbe
essere una persona importante, perlomeno nel suo paese. Dice che sia un
ambasciatore all’Onu, eccheccavolo, e anche poeta, minchia, c’è di che
rimanerne colpiti.
Fatto sta che il librettino è
insulso, e se qualcuno ha voluto che
nascesse con lo scopo di esaltare il fascino di Cuba, ciò che ha raggiunto è
stato solo incrementare le passeggiate sul lungomare di Senigallia.
Il Lettore
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