Di questo Il bar sotto il mare scopro di aver
poco da dire. Sarà perché questo tipo di racconti non mi dicono nulla? Mi trovo
a pensare che averlo letto o averlo lasciato sullo scaffale dei libri da
leggere sia la stessa cosa, ma in realtà questo non è vero, perché ogni libro
letto ti accresce e bla bla bla che razza di banalità sto dicendo dio mio
qualche volta mi accorgo di cadere anch’io nella retorica non sia mai.
In realtà qualche racconto di
questa seconda raccolta delle “novelle da bar” di Stefano Benni ― la prima è Bar
sport del 1976, prima opera di Benni, la seconda questa uscita nel 1987 e la terza Bar sport duemila data alle stampe nel 1997, in pratica ogni dieci
anni Benni ha scritto racconti da bar ― me lo ricordo, e ciò significa che in
qualche modo mi ha colpito.
Sarà che non è tra i generi
di letteratura che preferisco, e per questo non è che ogni volta che lo
riprendevo in mano ardevo dalla voglia di terminarlo. Però devo ammettere che
quasi tutti i racconti sono simpatici, scritti benissimo, e vi si riscontra
tutta la fantasia surreale di Benni in una miriade di sfaccettature. Aridaglie
con la retorica.
Bene. Che altro c’è da dire?
…
Boh, non mi viene altro.
…
Potreste leggerlo, potrebbe anche
piacervi.
…
Chiudo qui, è meglio.
Il Lettore
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