sabato 11 giugno 2016

Donne

Se lo avessi scritto io, un resoconto delle Donne dalle quali sono rimasto colpito nel corso della mia esistenza, siano esse in carne e ossa, o letterarie, o storiche o solamente immaginate, sono sicuro che il risultato non sarebbe stato inferiore a questo ennesimo libro di Andrea Camilleri, e qualche racconto sarebbe stato anche più interessante.
Solo che il libro avrebbe venduto al massimo un centinaio di copie, a patto di aver trovato un editore che lo avesse fatto uscire. Ma fosse stata viva Elvira Sellerio, probabilmente non sarebbe stato pubblicato nemmeno questo.




Perché anche se la casa editrice non è la stessa sono certo che la Sellerio, nonostante sia la protagonista di uno dei capitoli e vista l’amicizia che li legava, avrebbe preso Camilleri sotto braccio e gli avrebbe sussurrato: “Andrea, caro amico del cuore, i soldi ormai non ti mancano più, sei proprio sicuro di volerlo pubblicare?
Perché in fondo questa è una raccolta di raccontini che non serve a nulla perché dopo averla letta non ne resta nulla, utile solo all’autore per ricordarsi, quando sarà vecchio (!), delle donne che lo hanno colpito in un qualche punto della sua vita.
Per carità, per leggere si legge, e a tratti vi si trova anche un buon Camilleri, ma solo a tratti molto diluiti. Insieme a Nefertiti, Desdemona, Giovanna d’Arco o Ilaria del Carretto, solo per nominarne alcune delle più note, Camilleri parla anche di donne conosciute per una sera e mai più riviste, o di infatuazioni giovanili e incontri più o meno piccanti in varie parti del globo, ma i resoconti lasciano il tempo che trovano né complessivamente forniscono l’idea che l’Andrea nazionale abbia voluto dipingere una figura di donna “secondo lui”, perché nel complesso non ne nasce proprio una figura di donna quanto una serie di particolari staccati che non si riesce a ricondurre a una qualsiasi tipologia. Manca del tutto un filo logico. Il professionismo nella scrittura si sente e si apprezza anche, ma più si va avanti e più ci si domanda che cosa Camilleri avesse voluto intendere mettendo insieme questa raccolta. Un semplice gioco sull’onda dei ricordi? Uno sfogo di logorrea scritturale?
Un semplice “obbedisco” alla richiesta di fare un po’ di cassetta?
Della serie “non c’è mai fine al peggio” poi (come quando sei in una situazione di merda, non hai lavoro, non hai soldi, i tuoi ideali sono andati in fumo, la moglie ti ha lasciato e i figli ti disconoscono, ed è proprio allora che si mette a piovere), sono anche riusciti a confezionargli una copertina francamente obbrobriosa.
Il Lettore 

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