La
filosofia del brevetto può
essere considerato un altro “divertimento d’autore”: in questo caso colui che
si è divertito è Marco Malvaldi, che
dopo diversi romanzi ha sfruttato la sua formazione scientifica (è laureato in chimica) per scrivere 11
racconti incentrati sul tema del brevetto d’autore e sulle difficoltà che
incontra chi si avvicina con un’idea qualsiasi ad un qualsiasi Ufficio Brevetti.
Perdonatemi l’immagine che
segue (nella quale vi ho riportato i titoli dei racconti), perché in realtà non
esiste una copertina vera e propria del libro, in quanto non esiste un vero e
proprio libro: i racconti sono stati pubblicati dalla rivista Wired, e il file dell’intera raccolta può essere scaricato gratuitamente dal
sito www.wired.it .
Tenete conto che il file è abbastanza pesante (e quindi
lento da caricare sui dispositivi mobili), perché i racconti sono illustrati
con i disegni di Felix Petruŝka, dal
simpatico stile che richiama le illustrazioni scientifiche ottocentesche.
Undici racconti che iniziano
ognuno in un modo pressoché identico, con un impiegato di un Ufficio Brevetti
che alza gli occhi sulla persona che è appena entrata e “ciò che vede non gli piace affatto”. Di volta in volta, di fronte a
impiegati diversi in uffici diversi in tempi diversi, il visitatore che fa
storcere il naso all’impiegato (che magari è sul punto di andarsene a casa) può
essere un Leonardo da Vinci con le
sue fantascientifiche macchine volanti, un Sir
Timothy John Berners-Lee con le sue strampalate idee su come connettere il
mondo, un John Lasseter affascinato
dalla lampada metallica dell’impiegato, un Mark
Zuckerberg ossessionato dall’idea di permettere a tutti di impicciarsi
degli affari dei propri amici, un Douglas
Engelbart che ha appena inventato un topo o uno Steve Wozniak che quel topo lo ha comprato per fargli muovere dei pixel, e perfino una Luisa Spagnoli antesignana del riciclo.
E non è detto affatto che il
brevetto per quelle idee vada a buon fine, anzi.
Tre paginette per racconto in
una raccolta dalla lettura piacevole, caratterizzata da quella vena umoristica
che Marco Malvaldi infonde sempre
nei suoi scritti. Si sorride spesso, ovviamente più a ragion veduta se si
conosce già l’episodio reale dal quale è stato tratto lo spunto del racconto:
se Leonardo e i Baci Perugina li conoscono tutti, questo non è affatto detto per Charles Babbage, né in molti sanno cos’è
che ha inventato il signor Egidio
Brugola (anche se il cognome è tutto un programma).
Il Lettore
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