giovedì 23 aprile 2015

I maestri dell’orzo

Quando l’altra mattina il solito “compagno di caffè” mi ha detto che il nostro comune amico C.F. alla Biblioteca delle Nuvole gli aveva consigliato di leggere I maestri dell’orzo, e che dopo averlo preso l’aveva trovato entusiasmante, mi è tornato alla mente con piacere questo capolavoro di Jean Van Hamme e Francis Vallès: l’avevo letto qualche anno fa, ma al solo sentirne parlare mi è presa la voglia di risfogliarlo.
La fortuna è stata che ho dovuto fare solo pochi passi per tirarlo giù dallo scaffale della mia libreria.




Un semplice fumetto? No, molto di più. La storia raccontata da Van Hamme è emozionante al punto che è stata adattata in uno sceneggiato televisivo in diverse puntate e ne hanno tratto due romanzi; è una storia appassionante, tesa, dal ritmo incalzante, che si snoda attraverso centocinquant’anni e cinque generazioni.
Dalla metà del 1800 alla prossimità del 2000 Van Hamme racconta la saga della famiglia Steenfort, il cui capostipite ha impiantato una piccola birreria a Dorp, un piccolo paesino belga, e come questa minuscola azienda si è ampliata attraverso innumerevoli difficoltà, tradimenti, omicidi e due guerre mondiali fino a diventare un riferimento mondiale nel settore. All’interno della saga la miriade di microstorie dei singoli protagonisti, legate magistralmente in una sceneggiatura elaborata da un vero professionista.
Van Hamme utilizza una gabbia sul classico modello francese di quattro strisce i cui riquadri possono cambiare spesso dimensione e raggrupparsi, ma che al di fuori di ciò è generalmente rigida per non consentire divagazioni che allontanino l’attenzione dalla storia. All’interno dei riquadri una quantità di particolari che vanno studiati con attenzione, perché sia lo sceneggiatore che il disegnatore non lasciano nulla al caso e inseriscono spesso delle metonimìe che saranno spiegate solo nei disegni successivi. La collaborazione dei due autori dà forma ad una sinergia mirabile che permette la creazione di una continua aspettativa: non appena finisce una storia ci sono subito le premesse per la successiva, ognuna costituita da un crescendo di tensione che sfocia in un colpo di scena.



I personaggi sono caratterizzati benissimo durante tutto l’arco della loro vita, complice il disegno realistico di Francis Vallès che non permette fraintendimenti o voli di fantasia e che rappresenta ogni epoca, ogni passo successivo della saga, attraverso uno studio esasperato degli oggetti e delle architetture che ne sono le testimonianze.
Bello. Chi lo considera un capolavoro ha perfettamente ragione. Non ha nulla da invidiare ad un romanzo vero e proprio. Ma del resto che cosa d’altro ci si sarebbe potuti aspettare dal creatore di XIII, di Thorgal e di Largo Winch? Il mio solo rammarico è quello che di storie come I maestri dell’orzo ce ne sono in giro troppo poche.
Il Lettore di fumetti

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