sabato 31 gennaio 2015

Sezione suicidi

Per quel poco che guardo la televisione, mi capita lo stesso di saper riconoscere al volo, mentre faccio zapping, se un telefilm sconosciuto intravisto per pochi fotogrammi è di matrice statunitense, francese, italiana o tedesca. Non capita anche a voi? Di sicuro anche a voi succederà di vedere un solo secondo di una scena d’azione e pensare subito: tedesco! Anche senza vedere sulle auto la scritta POLIZEI. Sarà per le diverse abitudini di intendere la fotografia, per la regia, per le scenografie o per il “taglio” complessivo che marca qualsiasi fiction.
Qualche volta capita lo stesso anche nella scrittura: se apriste una pagina a caso di questo Sezione suicidi, senza sapere di cosa si tratta, capireste che è un thriller francese anche senza dover incappare in dei nomi propri.




E infatti questo giallo di Antonin Varenne richiama spesso alla mente lo stile e le tematiche di Fred Vargas: personaggi ambigui, a volte piuttosto squallidi, atmosfere sature di quel pizzico di malinconia e tristezza che caratterizzano i film francesi (e di solito in questo caso fanno annoiare a morte), un protagonista capace, ma demoralizzato e rassegnato che alla fine non giungerà ad una soluzione chiara ma dovrà sottomettersi a quel destino di ineluttabilità del potere anche quando è quello sbagliato.
Il tenente Guerìn, l’antieroe della situazione, è un poliziotto capace ma non sopporta le manifestazioni di potere, e di conseguenza la sua avversione ai superiori lo fa relegare alla Sezione suicidi della sureté parigina, dove sarà coinvolto in un’ampia indagine su dei suicidi sospetti che non riuscirà a risolvere con piena soddisfazione.
Nonostante quelli che potrebbero sembrare aspetti negativi, in special modo la fumosità della conclusione, nel complesso questo thriller mi è piaciuto abbastanza, soprattutto per merito di uno stile pratico e veloce, che come già detto richiama la Vargas con un pizzico del noir di Lansdale. Un pregio particolare lo offre la caratterizzazione dei personaggi, che pur non essendo così positivi sono dipinti in modo da mostrare al lettore come essi si comportano, piuttosto che raccontarglielo.
Va be’, non sarà un giallo fondamentale, ma si lascia leggere.
Il Lettore

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