giovedì 8 gennaio 2015

Il testamento

Nei giorni scorsi sentivo la necessità di “farmi” un romanzo non impegnativo dotato di una bella storia, e allora mi sono letto un altro libro dell’avvocato statunitense: un altro romanzo con il quale John Grisham conferma la sua estrema professionalità di autore di romanzi piacevoli e scorrevoli come il fiume amazzonico che fa da sfondo ad una buona parte della narrazione.


Come al solito Grisham riesce a suscitare da subito una fortissima curiosità sul venire a conoscenza della prosecuzione del racconto. Già dal primo capitolo, nel quale un vecchio ricchissimo in punto di morte ci mette al corrente della sua intenzione di stilare il testamento con il quale ripartire i suoi averi – ben undici miliardi di dollari –, ma ci dice anche che detesta tutti i suoi figli e nipoti ai quali dovrebbe lasciare i suoi soldi…
Come si fa a non esserne incuriositi?
Un aspetto particolare del romanzo è che i primi due capitoli sono narrati in prima persona mentre per il resto si passa alla terza persona del narratore onnisciente; quando lo leggerete ne scoprirete il perché, così come scoprireste subito, e quindi non vi rivelo nulla per cui farmi sparare, che il principale beneficiario dell’eredità sarà una figlia illegittima che guarda caso fa la missionaria in un villaggio indio sperduto nel profondo della foresta amazzonica. Ovviamente il vecchio Paperone muore, e il romanzo si dipana fra i tentativi di rintracciare la novella erede da parte degli esecutori testamentari e i tentativi da parte dei figli esclusi dal lascito di far valere in tribunale quelli che pensano fossero i loro sacrosanti e disattesi diritti.
Come al solito un romanzo che si legge bene, ben costruito e che dimostra la padronanza dei meandri del sistema legislativo statunitense da parte dell’autore. Intorno alla metà rallenta un po’ il ritmo adeguandosi alle abitudini brasiliane nelle quali il tempo è dilatato, ma resta comunque una lettura piacevole che riprende tensione preparando un finale congruo e malinconico. Qua e là affiora qualche sprazzo di profondità, senza strafare, nell’indagare i rapporti padri-figli, nella ricerca di una spiritualità individuale e nella problematica dello sfruttamento della foresta amazzonica.
Il Lettore

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