Nei giorni scorsi sentivo
la necessità di “farmi” un romanzo non impegnativo dotato di una bella storia,
e allora mi sono letto un altro libro dell’avvocato statunitense: un altro
romanzo con il quale John Grisham
conferma la sua estrema professionalità di autore di romanzi piacevoli e
scorrevoli come il fiume amazzonico che fa da sfondo ad una buona parte della
narrazione.
Come al solito Grisham
riesce a suscitare da subito una fortissima curiosità sul venire a conoscenza della prosecuzione del racconto.
Già dal primo capitolo, nel quale un vecchio ricchissimo in punto di morte ci
mette al corrente della sua intenzione di stilare il testamento con il quale
ripartire i suoi averi – ben undici miliardi
di dollari –, ma ci dice anche che detesta
tutti i suoi figli e nipoti ai quali dovrebbe lasciare i suoi soldi…
Come si fa a non esserne
incuriositi?
Un aspetto particolare del
romanzo è che i primi due capitoli sono narrati in prima persona mentre per il resto si passa alla terza persona del narratore
onnisciente; quando lo leggerete ne scoprirete il perché, così come scoprireste
subito, e quindi non vi rivelo nulla per cui farmi sparare, che il principale
beneficiario dell’eredità sarà una figlia illegittima che guarda caso fa la
missionaria in un villaggio indio sperduto nel profondo della foresta
amazzonica. Ovviamente il vecchio Paperone muore, e il romanzo si dipana fra i
tentativi di rintracciare la novella erede da parte degli esecutori
testamentari e i tentativi da parte dei figli esclusi dal lascito di far valere
in tribunale quelli che pensano fossero i loro sacrosanti e disattesi diritti.
Come al solito un romanzo
che si legge bene, ben costruito e
che dimostra la padronanza dei meandri del sistema legislativo statunitense da
parte dell’autore. Intorno alla metà rallenta un po’ il ritmo adeguandosi alle
abitudini brasiliane nelle quali il tempo è dilatato, ma resta comunque una
lettura piacevole che riprende tensione preparando un finale congruo e
malinconico. Qua e là affiora qualche sprazzo di profondità, senza strafare,
nell’indagare i rapporti padri-figli, nella ricerca di una spiritualità
individuale e nella problematica dello sfruttamento della foresta amazzonica.
Il Lettore
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