sabato 27 dicembre 2014

L’altra donna

Vi avevo già detto che delle opere di Rex Stout tengo l’elenco in macchina per controllare via via quali di esse manchino nella mia collezione, e che lo stesso succede per quelle di Ed McBain. Quando uno ha scritto 124 (centoventiquattro, uno più uno meno) romanzi risulta un po’ difficile ricordarseli a memoria.
Questo mi mancava.



Quando la coppia di emigranti lucani dette alla luce il proprio bimbo, nella New York del 1926, lo registrò all’anagrafe con un nome italiano, Salvatore, seguito da un “Albert” come secondo nome, forse per omaggiare la nuova patria che li aveva accolti: Salvatore Albert Lombino.

A ventisei anni, e chissà quale sarà stata la vera ragione, Salvatore decise di cambiare del tutto il proprio nome, e l’anagrafe statunitense accettò di trasformarlo in Evan Hunter. Non contento, Salvatore (Evan) cominciò ad usare parecchi pseudonimi per firmare i libri che stava scrivendo: Richard Marsten, Hunt Collins, Ezra Hannon, John Abbott, Curt Cannon, ma ora è ricordato soprattutto con l’alias che più degli altri lo ha portato alle vette del successo: Ed McBain
Chi è che non ha mai nemmeno una volta sentito parlare dell’87° Distretto? Chi è che non ha visto il film Il seme della violenza, con Jack Lemmon nella parte del protagonista e un giovanissimo e inconsueto Sidney Poitier in quella del delinquente da redimere? Chi è che non ha letto Gli amanti? Chi non ha mai visto qualche puntata del Tenente Colombo o di Ironside?
E chi è quello sventurato che non ha mai sentito parlare del film Gli uccelli di Alfred Hitchcock?
La produzione di Evan Hunter, o Ed McBain che dir si voglia, è vastissima e di altissimo rilievo sia come autore che come sceneggiatore, e leggere le sue opere è sempre un piacere. Vanno giù come l’acqua, diceva quello. La serie dell’87° Distretto è stata scritta dal 1956 al 2005 per un totale di 55 romanzi, l’ultimo dei quali è uscito lo stesso anno della morte dell’autore. Una serie in cui insieme al “giallo” Ed McBain inserisce spesso tematiche attuali al momento, e sempre comprimari ben caratterizzati di contorno ai protagonisti che costituiscono la squadra investigativa.
Ma L’altra donna appartiene a un’altra serie protrattasi per una ventina di avventure, quella in cui il protagonista seriale è l’avvocato Matthew Hope, un civilista i cui problemi personali, sentimentali e genitoriali, hanno la stesa rilevanza dei casi in cui si imbatte man mano. In questo caso Hope è coinvolto in un triplice omicidio, la strage della famiglia di un suo amico, e nel farlo contribuire alla ricerca della soluzione Ed McBain ne approfitta per scandagliare i rapporti di coppia e le problematiche tra padri e figli in una Florida rovente, in definitiva riprendendo i temi già trattati a fondo ne Gli amanti, firmato però da Evan Hunter. Il bello dell’ex Salvatore Lombino è proprio questo: i suoi non sono semplici “gialli”, non sono avventurette usa e getta, ma in ognuna si può trovare la trattazione di una problematica particolare, la denuncia di situazioni sociali al limite, l’analisi di difficili interrelazioni tra persone.
Lo stile di Ed McBain, anche quando indugia nelle riflessioni o descrive un personaggio martoriato da problemi psicologici, è sempre velocissimo, pragmatico e accattivante, costituito da una terminologia semplice per tutti senza alcunché di ricercato. Ma la cosa che veramente adoro del suo stile è la costruzione dei dialoghi: riesce a tessere delle conversazioni anche lunghissime, di pagine e pagine, senza mai inserire righe esplicative e addirittura senza mai chiarire di chi siano di volta in volta le voci in gioco, ma lasciando scandire il ritmo solo dal botta e risposta del parlato senza alcun intervento autoriale. Ne deriva una velocità di lettura astronomica e un’immedesimazione totale, una concentrazione assoluta, che sembra di stare guardando un film. Di quelli interessanti.
Se avete già letto qualcosa di Ed McBain non vi ho rivelato nulla di nuovo. Se ancora non lo conoscete, andate in un negozietto di libri usati e per meno di cinque euro portatevi a casa due o tre vecchi gialli Mondadori scritti da lui. Non ve ne pentirete.
Il Lettore

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