Ci risiamo: visto, preso,
portato a casa e lette le 394 pagine in un giorno o poco più. L’unica amarezza rimane
quella che ora dovrò aspettare un altro annetto fino all’uscita della prossima
avventura di Jack Reacher.
Lee
Child è riuscito a
soddisfare i suoi lettori anche questa volta. Devo dire anche in modo migliore
delle ultime. Abbiamo tra le mani un thriller
leggero, va bene, di pura azione, niente di che farti guadagnare il Nobel, ma i
difetti, se vogliamo chiamarli così, finiscono qui. La verità non basta è un romanzo che ti tiene incollato dalla prima
pagina all’ultima, senza mai far calare la tensione e mantenendosi sempre sul
plausibile. C’è lo stile, c’è la trama, c’è il protagonista, c’è
l’ambientazione, ci sono vari colpi di scena e un finale che soddisfa, che vuoi
di più?
E poi, il personaggio.
Penso che Jack Reacher sia uno dei protagonisti
più azzeccati degli ultimi tempi: puro, genuino, giusto, minimalista,
invincibile. L’altro personaggio di fantasia al quale assomiglia di più è Tex Willer. Come dice uno dei più
grandi esperti nazionali in materia di fumetti (che sono onorato di avere per
amico), Tex è uno dei fumetti più
venduti perché tutti vorremmo poter essere come lui. Tutti vorremmo poterci
comportare come ci pare, tutti vorremmo poterci far giustizia da soli, ma
sempre nell’ambito di una rigorosa morale, tutti vorremmo poter mettere a
tacere il prepotente di turno senza spiacevoli conseguenze. Jack Reacher in fondo è come Tex: entrambi onesti e retti e giusti
fino al fanatismo, ad entrambi non serve nulla di inessenziale, entrambi sono
del tutto disinteressati al denaro, entrambi lottano in maniera formidabile e
inseguono il cattivo di turno come degli instancabili mastini e, soprattutto,
alla fine vincono sempre. Lo stereotipo dell’eroe rude ma buono, e chi di noi
non vorrebbe essere così?
Questa è una di quelle
avventure in cui Reacher parla in prima
persona e racconta un avvenimento occorsogli nel 1997, immediatamente prima
di abbandonare l’esercito, decisione derivata in parte anche da quanto gli
accadrà in questo romanzo. Il narratore quindi è interno alla storia ma anche onnisciente, e sta raccontando da un
punto temporale situato più avanti nel futuro, come si evince dai riferimenti
all’11 settembre nel corso della narrazione. Nel suo ruolo di maggiore della
polizia militare Reacher viene mandato in missione in un posto sperduto del Tennessee, ad indagare sull’omicidio di
una giovane ragazza nel quale i suoi superiori temono possa essere implicato un
militare dei corpi speciali statunitensi. Ovviamente Reacher risolverà
l’intrigo, non senza prima aver tonfato diverse persone, averne messe
definitivamente a tacere delle altre ed essere stato piacevolmente coinvolto in
una liaison di quelle invidiabili.
Il tutto può sembrare una
trama scontata, ma vi assicuro che non lo è. O perlomeno è lo stile di Lee Child, come dicevo, a fare in modo
che tu prenda in mano il libro e non lo lasci più fino alla fine. Child sa come caratterizzare i personaggi, sa come rendere interessante
un’ambientazione sperduta nella quale non c’è assolutamente nulla di rilevante,
sa come inserire adeguatamente le
metonimìe e come collocare al punto giusto i colpi di scena, sa come fuorviare il lettore e poi
farsi perdonare per averlo portato su false piste. Il tutto fornendo spesso notizie
di carattere generale dosate in modo ammirevole e facendo in modo che una volta
giunto all’ultima pagina il lettore tiri un sospiro di soddisfazione. Dopo una quindicina
di romanzi, ormai si può affermare come l’autore inglese sia diventato un maestro del genere, e da lui dovrebbero
imparare tutti quegli scrittori di thriller
che infarciscono i loro romanzi di esagerazioni, di colpi di scena ad ogni
pagina, di personaggi del tutto incredibili e di fatti fuori dal mondo (avete
presente i film western di quarta categoria nei quali non ricaricano mai le
pistole?).
Jack
Reacher sarà certo un
personaggio nettamente sopra le righe, ma Child ha saputo anche renderlo umano, riportarlo sulla terra,
costruendogli un passato coerente con il suo atteggiamento e un modo di
comportarsi nel quale spiccano anche i sentimenti insieme alla forza bruta
adoperata sempre in modo chirurgico. Tex
Willer ma anche, sempre per restare sul fumetto, Dago, l’immortale personaggio di Robin Wood e Alberto Salinas.
E speriamo che il prossimo
esca il prima possibile.
Ah… dimenticavo, Buon
Natale a tutti!
Il Lettore
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