Questa è stata una delle
sorpresine che ho trovato sotto l’albero: un cadeau portato da Babbo
Natale per conto e su richiesta di mia moglie e mio figlio. I libri sono i
regali che gradisco di più (insieme ad accette e coltelli), e una volta
scartato il pacchetto ho gongolato fino a che non ne ho assimilato concretamente
il titolo, al ché un sottile dubbio
ha cominciato ad insinuarsi nei meandri della mia coscienza…
Sarà mica una presa per il
culo?
Consigli
impertinenti per il vero intellettuale da salotto è una silloge sui generis, una raccolta di termini più o meno usati o di moda nel
parlare comune in certi ambienti ognuno con la sua brava spiegazione satirica
riferita a come dovrebbe comportarsi, cosa dovrebbe dire e cosa dovrebbe
pensare il moderno intellettuale. Alcuni esempi:
Instant book:
di solito sono sempre delle cazzate.
“Un uomo di profonda
cultura”: perifrasi per indicare uno che non fa
un cazzo.
Blogger:
è da un pezzo che voi dite che è una nuova tipologia di stronzo.
Sintassi:
non preoccuparsene troppo, è soltanto un pregiudizio.
Luigi Mascheroni è un giornalista
e scrittore e ha raccolto in questo libretto le definizioni e i consigli da lui
già pubblicati nelle riviste sulle quali scrive. Tra le righe sature di satira
(per gli scrittori in erba: evitate gli allitteramenti!) si può riconoscere la presenza di un vero
amore per la Cultura con la “C”
maiuscola, e la condanna per tutte le forzate manifestazioni della sottocultura
a cui ci sottopongono televisione e falsi letterati. Alcune battute sono carine
e strappano un sorrisetto, in altre ti riconosci, e alcune sarebbe da mandarle
a memoria per citarle al momento giusto e fare così la figura del perfetto snob
cacacazzi. Fra i metodi per riconoscere questi ultimi me ne sono piaciuti solo
alcuni:
DANDY. Il dandy
post-contemporaneo si vede da:
6) dal fatto che sceglie sigari
“Sancho Panza” ma li accende con dei Bic da un euro. E soprattutto li fuma al
chiuso, in locali pubblici, meglio se ci sono bambini e donne incinta;
7) dal fatto che non tollera né i
bambini né le donne incinta;
18) dal fatto che sa benissimo
che la barba non fa il filosofo, e infatti possiede una splendida collezione di
rasoi a mano. Che tiene in un armadietto. Per radersi invece usa dei Bic
usa-e-getta. Che fa molto dandy;
19) dal fatto che sa bene che
nella vita lo stile è tutto. Ma i soldi lo sono di più;
20) dal fatto che non ha mai
abbastanza soldi. Ma questo succede anche a chi non è un dandy;
25) dal fatto che se incontra un
hipster gli infila la pipa su per il culo.
E, sempre per restare sul politically correct, ci sono anche consigli
sulle cose da tacere e su quelle da esternare:
Cose da pensare, senza dire:
“Handicappato”, “negro”, “cieco di merda”, “frocio del cazzo”.
Cose da dire, senza pensare:
«Disabile», «Persona di colore», «Ohhh, aspetta che aiuto quel povero non
vedente…», «Io ho un sacco di amici omosessuali».
Mi rimane un dubbio: perché
l’autore non avrà messo le definizioni in ordine alfabetico?
Il Lettore
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