lunedì 29 dicembre 2014

Consigli impertinenti per il vero intellettuale da salotto

Questa è stata una delle sorpresine che ho trovato sotto l’albero: un cadeau portato da Babbo Natale per conto e su richiesta di mia moglie e mio figlio. I libri sono i regali che gradisco di più (insieme ad accette e coltelli), e una volta scartato il pacchetto ho gongolato fino a che non ne ho assimilato concretamente il titolo, al ché un sottile dubbio ha cominciato ad insinuarsi nei meandri della mia coscienza…
Sarà mica una presa per il culo?




Consigli impertinenti per il vero intellettuale da salotto è una silloge sui generis, una raccolta di termini più o meno usati o di moda nel parlare comune in certi ambienti ognuno con la sua brava spiegazione satirica riferita a come dovrebbe comportarsi, cosa dovrebbe dire e cosa dovrebbe pensare il moderno intellettuale. Alcuni esempi:

Instant book: di solito sono sempre delle cazzate.
“Un uomo di profonda cultura”: perifrasi per indicare uno che non fa un cazzo.
Blogger: è da un pezzo che voi dite che è una nuova tipologia di stronzo.
Sintassi: non preoccuparsene troppo, è soltanto un pregiudizio.
Luigi Mascheroni è un giornalista e scrittore e ha raccolto in questo libretto le definizioni e i consigli da lui già pubblicati nelle riviste sulle quali scrive. Tra le righe sature di satira (per gli scrittori in erba: evitate gli allitteramenti!)  si può riconoscere la presenza di un vero amore per la Cultura con la “C” maiuscola, e la condanna per tutte le forzate manifestazioni della sottocultura a cui ci sottopongono televisione e falsi letterati. Alcune battute sono carine e strappano un sorrisetto, in altre ti riconosci, e alcune sarebbe da mandarle a memoria per citarle al momento giusto e fare così la figura del perfetto snob cacacazzi. Fra i metodi per riconoscere questi ultimi me ne sono piaciuti solo alcuni:
DANDY. Il dandy post-contemporaneo si vede da:
6) dal fatto che sceglie sigari “Sancho Panza” ma li accende con dei Bic da un euro. E soprattutto li fuma al chiuso, in locali pubblici, meglio se ci sono bambini e donne incinta;
7) dal fatto che non tollera né i bambini né le donne incinta;
18) dal fatto che sa benissimo che la barba non fa il filosofo, e infatti possiede una splendida collezione di rasoi a mano. Che tiene in un armadietto. Per radersi invece usa dei Bic usa-e-getta. Che fa molto dandy;
19) dal fatto che sa bene che nella vita lo stile è tutto. Ma i soldi lo sono di più;
20) dal fatto che non ha mai abbastanza soldi. Ma questo succede anche a chi non è un dandy;
25) dal fatto che se incontra un hipster gli infila la pipa su per il culo.
E, sempre per restare sul politically correct, ci sono anche consigli sulle cose da tacere e su quelle da esternare:
Cose da pensare, senza dire: “Handicappato”, “negro”, “cieco di merda”, “frocio del cazzo”.
Cose da dire, senza pensare: «Disabile», «Persona di colore», «Ohhh, aspetta che aiuto quel povero non vedente…», «Io ho un sacco di amici omosessuali».
Mi rimane un dubbio: perché l’autore non avrà messo le definizioni in ordine alfabetico?
Il Lettore

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