Un altro scrittore assente
nel mio elenco personale di autori italiani letti, che però da parecchio tempo
pensavo di inserirvi, è Raffaele La
Capria. Ne avevo sempre sentito parlare bene ma, come sempre, sono molto
restìo ad accettare per oro colato qualsiasi altro parere finché non ne ho
fatto un’esperienza personale.
Del resto, conosco molte
persone a cui piacciono la Mazzantini e Coehlo.
Tra i tanti libri editi da
questo scrittore e sceneggiatore novantaduenne, marito della splendida Ilaria Occhini, non conoscendone
minimamente alcuno ho scelto questo Doppio
misto, forse lasciandomi influenzare da quel Doppia coppia di John Irving, letto non molto tempo fa, per il titolo
simile, e dalla bellissima foto di
copertina che lascia presagire un’eleganza degli interni fuori del comune.
E in effetti l’eleganza,
nella prosa dello scrittore napoletano, c’è tutta, e sottolinea il racconto
parecchio autobiografico di amori e rapporti che furono, con tutto ciò che
caratterizza la maggior parte delle
relazioni fra uomo e donna: entusiasmi, innamoramenti, rimorsi, ricordi,
abbandoni, tradimenti. Il tutto in una scrittura molto controllata, quasi
sottotono, che lascia fluire i racconti senza mai lasciarsi prendere
dall’euforia.
Pur apprezzandone lo stile
devo dire che questi spunti autobiografici, nei quali non succede niente di
particolarmente esaltante (per noi; forse per lui, all’atto di vivere le
vicende che racconta, l’esaltazione c’è stata anche), appaiono leggermente
piatti e scontati come possono esserlo i resoconti di vite “normali”, tanto da
farti spesso pensare va be’, e allora?,
e alla fine rimani nel dubbio nel dover decidere se questo libro ti è piaciuto
o meno o se inserirlo nella categoria “quelli
che scrivono bene ma non ti lasciano nulla e dopodomani ti sarai scordato tutto”.
Va be’, diamogli un’altra
possibilità e rimandiamo la decisione al suo prossimo romanzo che mi capiterà
di leggere.
Il Lettore
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