lunedì 27 ottobre 2014

Doppio misto

Un altro scrittore assente nel mio elenco personale di autori italiani letti, che però da parecchio tempo pensavo di inserirvi, è Raffaele La Capria. Ne avevo sempre sentito parlare bene ma, come sempre, sono molto restìo ad accettare per oro colato qualsiasi altro parere finché non ne ho fatto un’esperienza personale.

Del resto, conosco molte persone a cui piacciono la Mazzantini e Coehlo.


Tra i tanti libri editi da questo scrittore e sceneggiatore novantaduenne, marito della splendida Ilaria Occhini, non conoscendone minimamente alcuno ho scelto questo Doppio misto, forse lasciandomi influenzare da quel Doppia coppia di John Irving,  letto non molto tempo fa, per il titolo simile, e dalla bellissima foto di copertina che lascia presagire un’eleganza degli interni fuori del comune.
E in effetti l’eleganza, nella prosa dello scrittore napoletano, c’è tutta, e sottolinea il racconto parecchio autobiografico di amori e rapporti che furono, con tutto ciò che caratterizza  la maggior parte delle relazioni fra uomo e donna: entusiasmi, innamoramenti, rimorsi, ricordi, abbandoni, tradimenti. Il tutto in una scrittura molto controllata, quasi sottotono, che lascia fluire i racconti senza mai lasciarsi prendere dall’euforia.
Pur apprezzandone lo stile devo dire che questi spunti autobiografici, nei quali non succede niente di particolarmente esaltante (per noi; forse per lui, all’atto di vivere le vicende che racconta, l’esaltazione c’è stata anche), appaiono leggermente piatti e scontati come possono esserlo i resoconti di vite “normali”, tanto da farti spesso pensare va be’, e allora?, e alla fine rimani nel dubbio nel dover decidere se questo libro ti è piaciuto o meno o se inserirlo nella categoria “quelli che scrivono bene ma non ti lasciano nulla e dopodomani ti sarai scordato tutto”.
Va be’, diamogli un’altra possibilità e rimandiamo la decisione al suo prossimo romanzo che mi capiterà di leggere.
Il Lettore 

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