domenica 19 ottobre 2014

Crimini imperfetti

Sciropparsi 1200 (milleduecento) pagine filate di thriller non è roba da poco: ci sono riuscito in una decina di giorni o poco più, ovviamente alternandolo anche ad altre letture. Ma non lo rifarei (almeno non a breve). Non perché il libro non mi sia piaciuto, quanto perché nel caso di queste raccolte sarebbe meglio leggere i singoli romanzi a distanza di un po’ di tempo l’uno dall’altro, evitando così l’affastellarsi in mente delle singole vicende che alla fine creano un po’ di confusione.


Allora, questo Crimini imperfetti è di Massimo Lugli ed è la raccolta, come dice il sottotitolo, di Tutte le indagini di Marco Corvino, che sarebbe l’alter ego dell’autore in quanto giornalista, scrittore e appassionato di arti marziali. Queste indagini vanno a costituire l’ossatura di quattro romanzi (Il carezzevole – L’adepto – Il guardiano – Gioco perverso) nei quali il protagonista si trova di volta in volta a dover a che fare con spietati e sadici assassini, con riti satanici, con le più segrete scuole di arti marziali e con gli abissi della perversione nelle pratiche sado-masochistiche. Capitano tutte a lui, una bella sfiga. Ma dal momento che Marco fa il giornalista, ne trae ogni volta l’occasione per centrare un qualche scoop che puntualmente manda in bestia i suoi rivali della carta stampata.
Non solo: in ogni romanzo la tranquillità psico-fisica del protagonista è messa a dura prova dagli accadimenti nella sua vita privata, tra avventure sentimentali, problemi familiari, tradimenti, divorzi, riappacificamenti, nuove separazioni, amanti scomode e presenze esoteriche, nei confronti dei quali il nostro non sempre reagisce in modo talmente specchiato da farlo apparire del tutto simpatico. Anzi, spesso si comporta proprio come un coglione nato e posto, tanto da far pensare che l’autore abbia voluto infondergli un po’ troppa aura da antieroe.
Di Massimo Lugli avevo già parlato bene qui, e queste storie hanno confermato il valore della sua scrittura: uno stile sincero e diretto, veloce, ritmato, che non si tira indietro nell’usare una terminologia cruda ma efficace, con dialoghi fulminanti e perfettamente plausibili. Per fare un confronto con altri autori di thriller nostrani, mi viene in mente Donato Carrisi (vedi qui e anche di qua) di fronte al quale Massimo Lugli a mio parere esce nettamente vincitore nonostante si senta parlare molto di più del primo.
In questi quattro romanzi un amico ha trovato un po’ troppo pedanti le parti riguardanti le arti marziali, in specie il karate e il tai chi, che Marco Corvino pratica regolarmente: io al contrario le ho trovate divertenti e frutto di una profonda ricerca, forse perché ho passato anch’io lunghi anni sul tatami e mi ha divertito il ritrovare nel libro quelle discipline: mi ha fatto tornare alle narici la puzza di sudore della palestra, la fatica e i muscoli doloranti frutto di interminabili allenamenti. Ma capisco che per un “non cultore” le sfilze di termini giapponesi incomprensibili in cui si incappa ogni tanto potrebbero tramutarsi ben presto in un potente antidoto contro l’insonnia.
Comunque quattro bei godibilissimi noir, e l’unico consiglio che mi sento di ripetervi è quello di gustarveli lasciando passare almeno un paio di mesi tra l’uno e l’altro.
Il Lettore
Lugli, Lettore 

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