Era diverso tempo che non
leggevo un romanzo di quella fantascienza
che ha avuto un ruolo importante negli anni della mia giovinezza, sarà perché
il tempo dei razzetti è finito da un pezzo, perché molti degli avvenimenti
preconizzati dai vari autori si sono avverati realmente e perché, anche in
questo campo, di trovate realmente originali ce ne sono rimaste poche da
inventare.
Anche in questo caso,
infatti, il plot di base di Quantum, seppur interessante, non è
affatto originale: nel Darfur viene rinvenuto un oggetto alieno incastonato in una roccia la cui genesi risale a 250
milioni di anni fa. Ben presto un gruppo di scienziati scopre che il manufatto
potrebbe creare sconvolgimenti inimmaginabili nelle concezioni religiose di
qualsiasi credente e di conseguenza nell’equilibrio politico delle maggiori
religioni del pianeta, e sono proprio i rappresentanti di queste ultime che
decidono di strappare l’oggetto dalle mani degli scienziati che andranno
tacitati definitivamente. Alla faccia
di qualsiasi Dio buono e pietoso.
In pratica, al di fuori dell’idea
fantascientifica di partenza, il romanzo è più che altro un thriller imperniato sulla caccia che
gli agenti segreti di CIA, Mossad, Vaticano e Islam (più qualche indipendente…)
danno a questi poveri ricercatori interessati al manufatto solo per il suo
valore scientifico.
I presupposti di partenza
del romanzo sono buoni e affascinanti (a chi non piacerebbe incappare in un
oggetto che provi l’esistenza di esseri extraterrestri?), ma l’aspetto
fantascientifico mostra molti buchi poco plausibili (a partire dal fatto che
l’oggetto, da appena ritrovato, si esprime in un inglese perfetto e conosce già
tutta la terminologia scientifica corrente, per finire con l’assenza di
qualsiasi spiegazione sui creatori dello stesso) e ben presto si tramuta in un
semplice gioco di guardie e ladri, o di gatti e topi, o di leoni e gazzelle, o…
ci siamo capiti, basta.
Ma non per questo dirò che
il romanzo fa schifo, anzi. Io l’ho letto con piacere, perché Dean De Servienti è riuscito a
costruire un romanzetto leggero ma piacevole, dal ritmo narrativo veloce e
scorrevole dominato dalla curiosità di sapere se gli scienziati riusciranno a
farla franca e con colpi di scena a volte un po’ scontati ma altre volte
interessanti. E non mancano nemmeno le storie d’amore. Sì, va be’, alcune
situazioni sono poco credibili e la traduzione non è che sia un gran ché, a
partire da quell’usare spesso il verbo “panicàre”,
per il provare paura, che non ho trovato in nessun dizionario, ma in definitiva
il racconto è godibile.
Per far passare qualche ora
di una notte insonne su un odioso traghetto nel bel mezzo dell’Adriatico ha
svolto il suo sporco lavoro.
Il Lettore
http://www.logosdictionary.org/index.php?code=6541330&from=IT
RispondiEliminaè usato anche dai giornali :-( ma non esiste in italiano http://temi.repubblica.it/espresso-slangopedia/2012/10/19/ieri-mercabul-oggi-panicare/
ma
http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/scioglilingua130902.shtml