sabato 15 febbraio 2014

Uno splendido disastro

Il libro di oggi è un fenomeno editoriale: scritto da un’assoluta esordiente (!), spedito a varie case editrici che se lo contendono a cazzotti (!!), appena uscito vende milioni di copie negli States (!!!), nelle aste per i diritti esteri se lo disputano a fucilate (!!!!), l’aggiudicazione della possibilità di farne un film finisce a cannonate (!!!!!).
Che il tutto sia vero, poi, è un altro discorso.

Fatto sta che io l’ho piantato prima ancora di essere arrivato a metà.


Per oggi faccio uno strappo alla regola che mi sono imposto di non raccontare le trame dei romanzi che recensisco, e vi fornisco in poche parole una sinossi del romanzo. Perché merita. L’originalissima storia si svolge così:
Lui (top del top della maschiaggine, innamorato da subito di Lei): “Dammela.”
Lei (un pochino sottotono, ma sotto sotto gran fica): “No.”
Lui: “Dammela.”
Lei: “No!”
Lui: “Dammela!”
Lei: “E va be’…”
Vicenda satura di profondi risvolti psicologici, che ricalca pari pari la trama del Twilight di Stephanie Meyer con l’unica ma sostanziale differenza che lui non è un vampiro. Per il resto, una fotocopia. Amori adolescenziali nel campus universitario. Basta.
Il problema è che di aspetti angoscianti il romanzo ne contiene diversi, a partire dallo stile: la storia è scritta benissimo, con tecnica e maestria. Avverbi pressoché inesistenti, forse qualche aggettivo di troppo ma tutto mostra e non dice, azione su azione e poche masturbazioni mentali (per questo sono riuscito a giungere quasi a metà, e nessuno mi toglie dalla testa che il merito non è dell’autrice).
Ma contenuti insulsi: tutto il romanzo è basato sull’andare a letto o meno e come. Mi si dirà: ma è dalla notte dei tempi che nei romanzi non si parla d’altro! Sarà anche vero, ma nei romanzi seri l’argomento è stato trattato con quella classe che in questo fa la figura della grande assente. In questo caso, gli episodi e le azioni di protagonisti e comprimari portano con sé un messaggio estremamente negativo: il romanzo è un inno al “se non sei bello non ti ci vogliamo”, alla boxe clandestina, al gioco d’azzardo, alle scommesse illegali, alle ubriacature perché più stai male dopo e più fa fico, alla rissa a tutti i costi, alla scopata libera e più te ne fai meglio è, all’inosservanza dei limiti di velocità e al “vivi come viene viene”.
La cosa angosciante è proprio questa: se i giovani d’oggi si entusiasmano per la violenza e l’abuso di alcool, se amano leggere solo di sesso in quantità industriale, se sono attratti solo da personaggi stereotipati uguali a tutti i protagonisti dei telefilm americani, significa che siamo ridotti proprio male.
Non lamentiamoci allora se case editrici lungimiranti ne approfittano e fanno scrivere storie che soddisfano tali appetiti montandone casi editoriali: non crederò mai che un’esordiente come una Jamie McGuire riesca al primo colpo ad essere incisiva e ritmica, chiara e scorrevole, sia pure lavorando su una trama scopiazzata da un altro libro di successo.
Editorìa spazzatura, nient’altro. Come la televisione.
Il Lettore

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