Un’altra raccolta di
racconti. Come dice Enrico Vaime
nella prefazione (e, a proposito, sarà anche un buon regista, non dico di no,
ma sarebbe meglio che le prefazioni le lasciasse scrivere a qualcun altro…): “Di solito dei racconti si pubblicano come
terzo libro. Marco Presta, alé, lo propone come primo. Perché perdere tempo?”
Il conduttore del Ruggito del Coniglio quindi ha
pubblicato per primo questo tourbillon
di racconti, e sicuramente lo scriverli gli è servito ad aggiustare il tiro per
giungere poi a quel Un calcio in bocca fa miracoli che lo ha fatto conoscere anche come scrittore da quelli come
me che non ascoltano la radio.
Esercizi di scrittura, per
affinarsi, correggersi ed allenarsi. Qualcuno dei racconti di sicuro è piacevole,
ma non molti: la maggior parte lascia il tempo che trova. L’ho finito ieri, e
se dovessi interrogarmi sul che cosa mi hanno lasciato potrei affermare che ne
ricordo solo un paio, forse tre.
Sì, c’è l’ironia, a volte
riesce a strapparti un sorrisetto, ma c’è poco da gridare al capolavoro. Si
possono apprezzare la grande fantasia, la ricerca del surreale; si può plaudire
alle impreviste conclusioni, alla ricercatezza del linguaggio e alla pulizia
dello stile, ma alla fine sono raccontini che non posseggono il diverso tipo di
spessore del quale Presta è riuscito a dotare il Calcio in bocca.
Be’, migliorare di sicuro è
migliorato, aspettiamo i prossimi.
Il Lettore
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