mercoledì 19 febbraio 2014

Il posto di ognuno

L’estate del Commissario Ricciardi è il sottotitolo di questo caldo, afoso, sudato, torrido romanzo di Maurizio De Giovanni. Lo so e chiedo venia, avevo scritto che per un pezzetto non avrei più parlato dell’autore napoletano, e infatti avevo parcheggiato questo libro sopra al mio comodino fin da prima di novembre. Poi l’altra sera mi sono detto ma sì, và, perché no, potrebbe essere ora. E in due serate l’ho finito, complici la vicenda e lo stile narrativo che non permette un momento di tregua.


Tranquillizzatevi: non mi dilungherò, perché di Ricciardi e del suo autore ho già parlato abbondantemente (per avere un’idea basta che clicchiate sul suo nome nell’elenco delle etichette qui a fianco), e non è il caso di stare a ripetere cose già dette.
Me ne manca ancora una da leggere per completare l’en plein, ma se dovessi fare una classifica delle avventure del Commissario Ricciardi probabilmente piazzerei questo romanzo al primo posto. Leggendo si avverte l’empatia con cui il giornalista sviluppa i suoi personaggi, cesellandone la caratterizzazione un poco di più ad ogni puntata: in ogni nuova vicenda De Giovanni aggiunge particolari alla vita privata dei protagonisti, in una serie di storie parallele alla vicenda principale che permettono di entrare in sintonia  con il variopinto mondo della Napoli degli anni ’30. Amore, gelosia e le tragedie che ne derivano sono i concetti portanti che questa volta fanno da sfondo all’indagine poliziesca, come sempre condita dall’implicita condanna della situazione politica dell’epoca e dalla profonda umanità sia degli interpreti principali che dei comprimari, che si muovono spinti da sentimenti profondi e ben delineati.
Come sempre stile impeccabile, tecnica sopraffina, curatela del libro ineccepibile, lettura coinvolgente. Che si può chiedere di più?
Il Lettore

Nessun commento:

Posta un commento