Durante un incontro con colui
che considero il mio pusher personale
di materiale musicale lo ho trovato che stava finendo di leggere la chicca che oggi vi propongo come
Squizzalibro.
Visto che era alle ultime
pagine ho atteso pazientemente che terminasse il libro, dopodiché glielo ho
soffiato subito: non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione.
Vi avverto subito che questo Squizzalibro è difficilissimo da indovinare, per cui,
se non vorrete sentirvi frustrati per non aver saputo trovare il titolo, abbandonate
subito questa lettura e mettetevi a fare qualcos’altro. Che ne so, dar da
mangiare ai pesci o annaffiare le piantine dell’orto, che ne hanno bisogno.
No? Cocciuti? Va be’, poi non
dite che non vi avevo avvertito.
Partiamo subito:
1 – L’autore del libro da
indovinare è un inglese purosangue, famosissimo a livello planetario, ma non in campo letterario.
2 – Fatemi essere buono: vi
informo che l’autore in questione di mestiere ha sempre fatto il musicista (è stato solo un puro caso:
il mio pusher musicale legge di tutto); un musicista che ha venduto
qualcosina di più di 150 milioni di
dischi (e scusa se è poco! Ma non è Peter Gabriel, né David Bowie, né Mick
Jagger, né…), e che, arrivato a essere anzianotto, ha deciso di scrivere…
3 – …il libro che dovrete scoprire. Che non sarebbe altro che una via di
mezzo tra l’autobiografia, l’introspezione psicologica e l’analisi del rapporto
con il proprio padre. Costui era un ufficiale della marina britannica, e non è
che dapprima abbia preso molto bene il fatto che il figlio si fosse dato alla
musica. Per poi accettare il fatto ed esserne anche contento.
4 – Il titolo del libro è stato ripreso pari pari dal titolo di una
canzone dell’autore, che è stata scritta dopo la morte del padre e ne analizza
il tema, e che ha suscitato molta emozione tra i fans del suo complesso. Quelli di uno, dei suoi due
complessi.
5 – Un’altra
cosa: l’ultima volta che il nostro musicista/scrittore
si è esibito in un concerto dal vivo in Europa, non molti anni fa, lo ha fatto
di fronte a ben… cinquecentomila spettatori! E questo restringe di molto
la rosa dei papabili.
Vi avevo detto che oggi sarebbe
stata difficile, ma in realtà con le
indicazioni che vi ho dato potrebbe non esserlo poi così tanto. Del resto, di
compositori/musicisti capaci di attirare folle oceaniche di gente ai propri
concerti non è che ce ne siano stati molti.
Ma credo anche che sia
possibile che quelli che oggi seguono Ariana Grande o Fabio Rovazzi non abbiano
mai sentito parlare di lui.
Poveri.
Freereader
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RispondiEliminaBorn to run di
RispondiEliminaBrrrrrrrrruce?
Sbagliato! La risposta giusta l'ho pubblicata ieri. Avevo detto inglese, non americano.
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