mercoledì 7 giugno 2017

Il sotterraneo dei vivi

La coppia costituita da Douglas Jerome Preston e Lincoln Child è giunta alla ribalta con il romanzo Relic, il protagonista del quale è un mostro antidiluviano che impazza nei meandri del Museo di Storia Naturale di New York facendo strage di impiegati e visitatori.
Visto il successo, il duo ha proseguito sullo stesso genere sempre in bilico tra l’orrorifico e il fantascientifico ponendo come protagonisti umani, in quasi tutti i loro romanzi, l’agente speciale dell’FBI Aloysius Pendergast e il tenente della polizia di New York Vincent D’Agosta, insieme a uno stuolo di comprimari ricorrenti (utili al solo scopo di essere ammazzati quando necessario, dopodiché non compaiono più, o quasi…).




Aloysius Pendergast è un personaggio nettamente sopra le righe: ricco di famiglia, comportamento aristocratico, origini misteriose del Sud degli Stati Uniti, profonda conoscenza dei riti esoterici insieme alle tecniche di indagine più moderne; si sposta in Rolls Royce guidata dal fido autista Proctor (che ogni volta che viene nominato a me fa venire in mente la Prova Proctor, un test che viene eseguito sui terreni per valutarne lo stato di consolidamento in funzione del contenuto d’acqua), ed è inspiegabilmente affezionato al tenente D’Agosta che, al contrario, è un poliziotto grezzo e sciatto, ma acuto.
Nonostante il tema horror a me non molto congeniale, del duo Preston & Child ho letto parecchi romanzi perché la loro scrittura è quasi sempre confezionata bene: veloce, accurata, ricca di particolari interessanti; i protagonisti sono ben delineati e qualche volta anche il loro comportamento risulta coerente e plausibile al di là della storia stessa che magari è del tutto incredibile. Mi tappo il naso di fronte ai loro reiterati tentativi di terrorizzare il lettore e mi “gusto” le vicende, i personaggi (perlomeno quelli che restano in vita) e il fascino dell’agente Pendergast. Sugli scaffali della mia libreria conto ben sedici volumi scritti dalla coppia o da ognuno dei due singolarmente.
Di conseguenza posso affermare con cognizione di causa che, tra questi che ho letto, Il sotterraneo dei vivi è in assoluto il loro romanzo peggiore.
Un giornalista amico della coppia di investigatori viene barbaramente ucciso e i due scoprono che il presunto assassino è una persona che, caso strano, sembra essere già morta da diverso tempo. Poi la presenza di zombies si fa più concreta quando la stessa vittima riprende vita e tenta di uccidere la propria moglie, anch’essa amica dei due (che avevo detto prima a proposito dei protagonisti che fanno anche le vittime?), e da qui si prosegue in maniera insopportabile tra riti vudù, sette esoteriche, sotterranei misteriosi, sacrifici animali, personaggi improbabili e tanta, ma tanta, esagerata inconsistenza.
Già altre volte la coppia era scivolata nell’assurdo e nel sensazionalismo, ma in questo libro ha raggiunto proprio il fondo. Intendiamoci, il libro si lascia leggere (sia pure storcendo il naso diverse volte), ma ben presto ti rendi conto che non ne vale proprio la pena e che non è proprio giustificabile scrivere puttanate solo perché le precedenti hanno venduto.
Preston & Child: capitolo chiuso, dopo questa esperienza non credo che proverò a rileggere ancora qualcosa di loro, a meno che non mi capitasse di scovare un qualche romanzo dei primi da loro pubblicati prima di scadere nell’illeggibile.
Il Lettore 

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