domenica 25 giugno 2017

Lo Squizzalibro di domenica 25 giugno 2017

Durante un incontro con colui che considero il mio pusher personale di materiale musicale lo ho trovato che stava finendo di leggere la chicca che oggi vi propongo come Squizzalibro.
Visto che era alle ultime pagine ho atteso pazientemente che terminasse il libro, dopodiché glielo ho soffiato subito: non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione.
Vi avverto subito che questo Squizzalibro è difficilissimo da indovinare, per cui, se non vorrete sentirvi frustrati per non aver saputo trovare il titolo, abbandonate subito questa lettura e mettetevi a fare qualcos’altro. Che ne so, dar da mangiare ai pesci o annaffiare le piantine dell’orto, che ne hanno bisogno.
No? Cocciuti? Va be’, poi non dite che non vi avevo avvertito.




Partiamo subito:
1 – L’autore del libro da indovinare è un inglese purosangue, famosissimo a livello planetario, ma non in campo letterario.
2 – Fatemi essere buono: vi informo che l’autore in questione di mestiere ha sempre fatto il musicista (è stato solo un puro caso: il mio pusher musicale legge di tutto); un musicista che ha venduto qualcosina di più di 150 milioni di dischi (e scusa se è poco! Ma non è Peter Gabriel, né David Bowie, né Mick Jagger, né…), e che, arrivato a essere anzianotto, ha deciso di scrivere…
3 – …il libro che dovrete scoprire. Che non sarebbe altro che una via di mezzo tra l’autobiografia, l’introspezione psicologica e l’analisi del rapporto con il proprio padre. Costui era un ufficiale della marina britannica, e non è che dapprima abbia preso molto bene il fatto che il figlio si fosse dato alla musica. Per poi accettare il fatto ed esserne anche contento.
4 – Il titolo del libro è stato ripreso pari pari dal titolo di una canzone dell’autore, che è stata scritta dopo la morte del padre e ne analizza il tema, e che ha suscitato molta emozione tra i fans del suo complesso. Quelli di uno, dei suoi due complessi.
5 – Un’altra cosa: l’ultima volta che il nostro musicista/scrittore si è esibito in un concerto dal vivo in Europa, non molti anni fa, lo ha fatto di fronte a ben… cinquecentomila spettatori! E questo restringe di molto la rosa dei papabili.
Vi avevo detto che oggi sarebbe stata difficile, ma in realtà con le indicazioni che vi ho dato potrebbe non esserlo poi così tanto. Del resto, di compositori/musicisti capaci di attirare folle oceaniche di gente ai propri concerti non è che ce ne siano stati molti.
Ma credo anche che sia possibile che quelli che oggi seguono Ariana Grande o Fabio Rovazzi non abbiano mai sentito parlare di lui.
Poveri.
Freereader

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Sbagliato! La risposta giusta l'ho pubblicata ieri. Avevo detto inglese, non americano.

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