martedì 23 agosto 2016

Brividi di morte per l’ispettore Dalgliesh

Ad ogni romanzo che leggo di Elizabeth George mi torna in testa invariabilmente quell’altra regina del thriller britannico che insieme ad Agatha Christie si pone ai vertici assoluti della categoria di genere: Phyllis Dorothy James, meglio conosciuta dal pubblico come P. D. James.
Sì, lo so che la George è statunitense, ma pur stando sull’altra sponda dell’oceano da parte sua ha fatto di tutto per ricalcare le altre due, a partire dalle ambientazioni inglesi per continuare con la struttura dei suoi romanzi, tanto da meritare di essere accomunata a loro. Certo, nessun’altro ormai potrà uguagliare la Christie in quanto a inventiva, perché i numerosi coup de theatre di cui ha farcito i suoi libri ― l’assassino è lo stesso io narrante; l’assassino non è uno ma sono tutti i protagonisti; l’assassino è l’investigatore stesso; l’assassino è il terzo morto della serie di persone uccise eccetera ― sono di quelli che una volta utilizzati non si possono più copiare se non vuoi fare la figura del pellegrino per non dire di peggio (e purtroppo in molti l’hanno fatta…), ma per il resto le tre scrittrici hanno talmente tanti punti in comune che è giusto metterle insieme nell’empireo della letteratura gialla. Delle tre, disgraziatamente, è ancora in vita solo la George.
Notare nel paragrafo precedente la delicatezza adoperata nei confronti di chi non ha ancora letto nulla della Christie: ho messo il succo di alcuni colpi di scena ma non i titoli dei relativi romanzi…




Oltre che scrittrice, P. D. James era un politico conservatore e membro permanente della Camera dei Lord, e ci si stupisce di come da quella posizione di rilievo abbia potuto comunque trovare il tempo di scrivere una mole consistente di romanzi che sono diventati famosi in tutto il mondo. Come la Christie con Poirot e la George, anche lei ha creato un suo protagonista seriale, l’ispettore Adam Dalgliesh il quale, anche se non di nobile stirpe come Thomas Lynley, conserva sempre la freddezza e l’aplomb dell’inglese purosangue. Oltre che poliziotto Dalgliesh scrive anche poesie, ma per fortuna quelle la James non le ha riportate nei quattordici romanzi di cui l’ha reso protagonista.
In questo romanzo Dalgliesh si trova in un’isoletta al largo della Cornovaglia dove, un po’ come in Dieci piccoli indiani della Christie, cominciano a morire ammazzati un po’ di vacanzieri ospiti di un resort esclusivo, e l’ispettore avrà il suo bel da fare per risolvere le cose.
Come la George, anche P.D. James ama dilungarsi nei resoconti delle ambientazioni, in dettagliatissime caratteristiche dei luoghi dove si svolgono le vicende, perfino in minuziose ricostruzioni degli arredamenti e del vestiario dei personaggi che sono delineati minuziosamente e scavati nel loro profondo, e tutto ciò allunga e rallenta il romanzo ma allo stesso tempo è indispensabile per la costruzione di quell’atmosfera di cui l’autrice lo ha voluto permeare.
Grandi scrittrici, tanto da permettere che nel loro caso si possa parlare di pura e semplice letteratura senza essere confinati a uno specifico genere.
Il Lettore 

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