Ieri mattina alle sette, non appena disattivata la modalità aereo del telefono, mi è
arrivato un messaggio spedito nel cuore della notte con il quale una mia cara
amica mi informava di aver dato dimora a due carinissime bestiacce pulciose
simili alle due che mi stanno gironzolando intorno implorandomi di dar loro da
mangiare.
Non voglio nemmeno lontanamente
paragonarmi a qualche blogger di mia
conoscenza esperto di gatti, ma anch’io
provo un certo ― incomprensibile ― trasporto verso questi inconcludenti ammassi
di pelo, e facendo alla mia amica i più sentiti auguri di felice convivenza mi
viene di consigliarle una lettura che ho ripescato dai meandri della mia libreria,
in modo da aiutarla a risollevare l’animo
quando i due amorevoli, timidi batuffoli che si è portata in casa cominceranno
a pisciarle sul letto, a strapparle i copridivani, a lasciarle profonde
unghiate sugli amati arredi, a svegliarla alle cinque perché hanno fame, a
portarle prede mezze morte (bisce, scorpioni, uccellini…) in cerca di una lode e
a costellarle il pavimento (letto, divani, tavoli…) di ciuffi di pelo.
Il tutto nella speranza che, visto
il suo caratterino, non li scaraventi dalla finestra prima del tempo.
In queste Storie di gatti, le cui prime risalgono
agli anni ’70, James Herriot infonde
tutta la sua esperienza di veterinario e l’amore per gli animali che lo hanno
reso famoso dopo aver scritto libri come Cose
sagge e meravigliose e Creature
grandi e piccole. Il volumetto raccoglie una decina di racconti a tema
unico, di diverse lunghezze, raccontati con il consueto tono discorsivo da vecchio
narratore di Herriot e derivanti con tutta probabilità da esperienze reali
tratte dal suo percorso lavorativo. Lui stesso dice: “I gatti sono stati una delle ragioni principali per cui ho scelto la
carriera di veterinario”, e continua esternando lo stupore provato
nel constatare che nel corso di studio in medicina veterinaria i gatti non erano
minimamente contemplati. Mi auguro che ciò sia rimasto circoscritto agli studi
universitari nell’Inghilterra degli anni ’30…
Fatto sta che l’autore mette
insieme una serie di storielle delle quali qualcuna è divertente e altre
strappalacrime, con vicende che più o meno tutti i possessori di gatti hanno
potuto constatare per esperienza personale ma che non per questo sono meno
piacevoli da leggere o rileggere. Si va dall’arrivo del gatto in casa al suo
addio definitivo, dai più svariati tipi di convivenza ai rapporti con gli altri
animali, fino al riscontrare come curando il gatto si può curare anche il suo
proprietario.
Nel complesso una lettura carinissima, che si legge con piacere e
lascia la bocca buona.
Riservata
personale: sì, certo, non
mancherò, lo inserirò di sicuro nella prossima mandata di prestiti, stai
tranquilla. Ma intanto volevo raccontarti che proprio l’altra mattina, mentre stavo
portando la sveglia e il caffè a letto alla consorte, avevo notato la strana presenza
di una scopa appoggiata al tavolo della sala. Mistero svelato quando
sorseggiando il caffè nel dormiveglia la consorte mi fa: “Stai attento in sala, dovrebbe esserci in giro il forse-cadavere di un
topo…”. Ecco, quando ti accadrà passaci sopra, ti prego…
Il Lettore gattofilo
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