Durante una giornata normale capitano quei momenti in cui
uno non ha niente da fare, oppure nei quali il tempo a disposizione è troppo poco
per qualsiasi cosa. In quei momenti di solito io leggo, e se la lettura di un
libro nuovo è troppo impegnativa, allora prendo dalla libreria uno dei tanti
libri che amo spesso rileggere, lo
apro a caso, mi gusto quelle 4 o 5 pagine e lo ripongo senza neanche inserire
un segnalibro.
Uno dei libri che in queste
occasioni prendo spesso è Breve storia
di (quasi) tutto, una via di mezzo tra un testo divulgativo e una storia
delle scienze per profani, che Bill
Bryson ha scritto nel 2003 dopo essersi reso conto di avere, mentre era in
volo sopra l’Oceano Pacifico, la “consapevolezza
di non sapere quasi nulla dell’unico pianeta sul quale mi sarebbe mai capitato
di vivere”.
Sono considerazioni che ti
fanno riflettere, e per Bryson il passare dal dire al fare è stato pressoché
istantaneo: nel giro di un paio d’anni si è documentato, ha studiato e ha
scritto questo compendio al quale ha messo il sottotitolo Capire le cose non è mai stato così facile. Una sciocchezzuola di
quasi seicento pagine scritte fitte che ha vinto un mucchio di premi e ha
venduto centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo.
Di Bill Bryson avevo già
parlato qui, e anche in questo libro, come negli altri, la sua verve non si smentisce e permette di gustarsi tutta la mole del
volume con piacere. Bryson parte niente di meno che dal Big Bang per spiegare
quanto più sia possibile di questa nostra terra: come si è formata, di cosa è
fatta, chi la abita, dove sta andando, toccando materie scientifiche che vanno
dall’astronomia alla chimica, dalla geologia all’antropologia,
dall’evoluzionismo alla fisica nucleare alla biologia per finire con la
meccanica delle particelle, Il tutto condito da brevi e divertenti biografie
degli scienziati che hanno contribuito alle più
varie scoperte, e con il suo solito umorismo che ti rende leggeri anche
concetti altrimenti ostici da mandare giù.
I soliti pignoli hanno
riscontrato come l’autore sia incorso in qualche errore qua e là, ma da parte
di un non-scienziato questo si può anche perdonare, e in ogni caso cosa vuoi
che cambi, per uno a cui magari interessa sapere solo il concetto e l’ordine di
grandezza, se la Terra pesa 6.000, o 6.500, miliardi di miliardi di tonnellate?
Quello che conta è la divulgazione con divertimento, il permettere al maggior
numero di persone possibile di avvicinarsi a concetti finora appannaggio solo
degli scienziati; per i dati precisi ci si potrà sempre rivolgere alle
pubblicazioni specializzate. L’importante è incuriosire per permettere di
approfondire.
E ciò a Bryson è riuscito
benissimo in tutti i suoi libri che conosco.
Questo è un testo che tutti
dovrebbero leggere, soprattutto coloro (mi riferisco in particolare a molti
statunitensi i cui sistemi scolastici
sono oltremodo viziati) che negano molte teorie scientifiche perché sono in
contrasto con gli insegnamenti religiosi che sono loro stati inculcati. Da
persona che ha sostenuto gli esami di paleontologia, a un avversore
dell’evoluzionismo posso tranquillamente controbattere: io posso portarti
decine di migliaia di prove di quanto sostengo; tu portamene una, una sola, che
neghi i fatti in cui credo. Solo allora ne potremo riparlare.
Il Lettore scienziato
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