Sull’onda dei ricordi riaffiorati
in seguito alla lettura dell’articolo sui The
Musical Box mi sono andato a riguardare su Tutubo i vecchi filmati delle esibizioni dal vivo dei Genesis (che poi, a farci mente locale
un momentino… Tutubo, Faccialibro, Nubeaccesa, Gocciascatola,
Cinguettatore: checcazzo di nomi…),
quindi tra i sette libri che
possiedo sui Genesis ho scelto questo
di Armando Gallo e me lo sono
riguardato e riletto.
Per l’ennesima volta.
Puro piacere, come
riascoltare una loro canzone.
Sarò fissato (da 45 anni a
questa parte…) ma oltre ad ascoltarli ancora oggi (del resto i complessi
attuali fanno schifo…) ne leggo anche le biografie e le critiche (molte le
prime, poche le seconde…) e mi è capitato in passato anche di scriverci sopra
(e mi hanno pure pubblicato…) a significare un’altra di quelle passioni che non
si sono mai spente.
Del resto i Genesis rappresentano un fenomeno
pressoché unico nel panorama
musicale mondiale. In primis per la
musica, della quale però sarebbe fuori luogo parlare in questo contesto. Ma
anche perché è stato un complesso durato quarant’anni, formato da elementi con
una cultura di base di alto livello che si rispecchia nelle loro creazioni e
che, oltre ad aver portato il gruppo ai vertici mondiali a più riprese, ha
fatto sì che tutti i componenti, chi
più chi meno, ottenessero il successo anche
come solisti per proprio conto e rimanessero al top fino al giorno d’oggi, leggi Peter Gabriel e Steve
Hackett. Tutti musicisti dei quali a differenza di tanti altri non si sono mai sentite storiacce di droga, di
ambiguità sessuali, di gossip
spicciolo, di ricerca della notorietà attraverso mezzucci di bassa lega.
Armando
Gallo è invece un fotoreporter e giornalista che ha
cominciato la sua carriera nel 1967 intervistando Rita Pavone, ma poi si è redento. Cominciando ad occuparsi di cose
serie è arrivato ad essere il fotografo ufficiale dei Genesis sui quali ha scritto anche diversi libri, e dopo essersi
occupato anche degli U2 e della PFM è finito a lavorare negli Stati
Uniti.
Scorrendo questo volume,
del quale io ho l’originale in inglese ma
ne esiste anche una versione italiana, ci si accorge che Armando Gallo (nella foto sopra insieme a Tony Banks: per tutti coloro che ignorano tutto dei Genesis, poveri, mi rifiuto di specificare
chi è chi, arrangiatevi), oltre ad essere un bravo fotografo è anche un ottimo
scrittore, dal momento che ha stilato una biografia del gruppo e dei suoi
componenti che si legge in una volata fornendo spunti di interesse in
continuazione.
Il giornalista ha saputo
cogliere in pieno l’essenza della band
in tutte le sue sfaccettature: dai primi tentativi di mettersi insieme nella
prestigiosa Charterhouse ai primi
riscontri di pubblico; dalle prime defezioni (Anthony Phillips) alle grandi
defezioni (Peter Gabriel); dai primi
stentati successi alla consacrazione di eccellenza; dalle prime esibizioni
continuamente costellate di incidenti e avarie elettroniche ai megaconcerti con folle oceaniche degli
anni ’80; da un primo leader
carismatico (P.G.) all’altro leader (Phil Collins) la cui concezione musicale più commerciale ha
permesso al gruppo di fare i soldi quelli veri (ma il vero leader musicale del
gruppo, Tony Banks, colui che a 22
anni ha composto un pezzo la cui struttura ricalca la serie di Fibonacci, dando prova di genialità e/o di cultura
superiore, è rimasto sempre lontano dalle posizioni di primo piano).
E che dire delle centinaia
di fotografie delle quali il libro è
corredato? Dagli scatti in b/n risalenti all’adolescenza dei musicisti a quelli
in cui si inorridisce di fronte all’evidenza di abiti e acconciature di moda
negli anni ’70, dalle foto durante i concerti a quelle nei backstages, alle immagini della vita privata dei componenti e del
loro entourage, una documentazione
importante, significativa e bella da guardare a più riprese.
L’ultima chicca che vi
propongo è una foto pressoché introvabile in rete scattata da Richard MacPhail nell’aprile del 1973
a New York, nella quale si riconosce lo stesso Armando Gallo attorniato dalla formazione storica dei Genesis al completo:
Sarò buono, via: Armando Gallo è quello con il maglione
rosso. E dalla vostra sinistra verso destra: Tony Banks, Peter Gabriel
in versione mohicana, Mike Rutherford, Steve Hackett e Phil Collins
anche lui con ancora i capelli. Se si pensa che sono passati 41 anni…
Per par condicio, prossimamente dovrò parlare anche dell’altro volumone
che nella mia libreria è collocato di fianco a questo: Inside Out di Nick Mason,
la prima autobiografia dei Pink Floyd…
Il Lettore amante della
buona musica
peccato non venga ristampato da decenni. Armando Gallo ha creato una app con vari contenuti ma per chi è abituato a carta e vinile non è la stessa cosa
RispondiEliminaSono del tutto d'accordo, eppure di potenziali compratori ce ne sarebbero, visto che i concerti di Gabriel e Hackett registrano ancora il tutto esaurito e ci vedi padri e nonni che ci portano figli e nipoti...
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