Terminare di leggere questo
libro è stata una tortura, dilaniato
in continuazione da una dicotomia insolubile: a me lo stile di Joe R. Lansdale piace molto, ma non
sopporto le tematiche horror, tanto
più quando sono condite da reiterate scene splatter.
Come fare?
Non c’è stata storia, alla
fine ha avuto la meglio il piacere del suo stile originale, ma che fatica!
Come ho già scritto in quest’altra recensione, Joe R. Lansdale
è uno degli scrittori statunitensi più quotati del momento, con una produzione
di romanzi e racconti veramente consistente e un corpus di tematiche oltremodo interessanti, capace come pochi di
passare dall’horror alla commedia, dalla denuncia sociale al romanzo di
formazione, dal surreale alla realtà nuda e cruda.
Uno scrittore capace di
scrivere metafore originali: “Era una
signora di mezza età così robusta che avrebbe potuto bloccare un manzo a terra
e costringerlo a recitare una poesia. E avevo saputo da qualcuno in città che
l’aveva già fatto, tranne per la parte sulla poesia”. O scene decisamente
ributtanti: “Elvis sognò che aveva tirato
fuori il cazzo dai pantaloni, per controllare se la protuberanza sulla cappella
si fosse di nuovo riempita di pus. In quel caso, l’avrebbe ribattezzata
Priscilla, come la sua ex moglie, e si sarebbe masturbato fino a farla
scoppiare”. O situazioni decisamente inquietanti, di quelle che è meglio
non leggere in una notte di tempesta da soli in casa. Peccato che queste ultime
siano troppo lunghe e articolate per poterle riportare qui, ma immaginate
fantasmi sanguinolenti armati di rasoio, o mostri d’acciaio scaturiti dal
nulla, o numerose dita scheletriche che si infilano tra gli stipiti della porta
per cercare di raggiungere il protagonista indifeso…
I racconti di cui è
composto questo Notizie dalle tenebre
(e già il titolo la dice lunga), sono stati scelti da Lansdale stesso come i
migliori della sua cospicua produzione, e lui stesso ha curato la prefazione
all’edizione italiana inserendovi la spiegazione del perché preferisce scrivere
racconti piuttosto che romanzi e di come sia molto più difficile scrivere i
primi. È vero: un racconto può essere rovinato anche da una singola parola
messa male.
Una prosa perfetta, giù
fino alla scelta delle singole parole, delle parolacce e della punteggiatura.
Ritmo come il respiro affrettato dalla paura di ciò che sta per succedere.
Ma alla mia tranquillità
interiore ci tengo troppo. Non vedo la ragione per la quale turbarla con scene
raccapriccianti o immagini inquietanti, e così come non vado a vedere film di
questo genere e non metto piede sulle montagne russe da più di quarant’anni,
credo che per leggere ancora Lansdale mi orienterò su quella sua parte di
tematiche abbordabile dai deboli di stomaco.
Il Lettore
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