venerdì 6 giugno 2014

Notizie dalle tenebre

Terminare di leggere questo libro è stata una tortura, dilaniato in continuazione da una dicotomia insolubile: a me lo stile di Joe R. Lansdale piace molto, ma non sopporto le tematiche horror, tanto più quando sono condite da reiterate scene splatter.
Come fare?

Non c’è stata storia, alla fine ha avuto la meglio il piacere del suo stile originale, ma che fatica!


Come ho già scritto in quest’altra recensione, Joe R. Lansdale è uno degli scrittori statunitensi più quotati del momento, con una produzione di romanzi e racconti veramente consistente e un corpus di tematiche oltremodo interessanti, capace come pochi di passare dall’horror alla commedia, dalla denuncia sociale al romanzo di formazione, dal surreale alla realtà nuda e cruda.
Uno scrittore capace di scrivere metafore originali: “Era una signora di mezza età così robusta che avrebbe potuto bloccare un manzo a terra e costringerlo a recitare una poesia. E avevo saputo da qualcuno in città che l’aveva già fatto, tranne per la parte sulla poesia”. O scene decisamente ributtanti: “Elvis sognò che aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni, per controllare se la protuberanza sulla cappella si fosse di nuovo riempita di pus. In quel caso, l’avrebbe ribattezzata Priscilla, come la sua ex moglie, e si sarebbe masturbato fino a farla scoppiare”. O situazioni decisamente inquietanti, di quelle che è meglio non leggere in una notte di tempesta da soli in casa. Peccato che queste ultime siano troppo lunghe e articolate per poterle riportare qui, ma immaginate fantasmi sanguinolenti armati di rasoio, o mostri d’acciaio scaturiti dal nulla, o numerose dita scheletriche che si infilano tra gli stipiti della porta per cercare di raggiungere il protagonista indifeso…
I racconti di cui è composto questo Notizie dalle tenebre (e già il titolo la dice lunga), sono stati scelti da Lansdale stesso come i migliori della sua cospicua produzione, e lui stesso ha curato la prefazione all’edizione italiana inserendovi la spiegazione del perché preferisce scrivere racconti piuttosto che romanzi e di come sia molto più difficile scrivere i primi. È vero: un racconto può essere rovinato anche da una singola parola messa male.
Una prosa perfetta, giù fino alla scelta delle singole parole, delle parolacce e della punteggiatura. Ritmo come il respiro affrettato dalla paura di ciò che sta per succedere.
Ma alla mia tranquillità interiore ci tengo troppo. Non vedo la ragione per la quale turbarla con scene raccapriccianti o immagini inquietanti, e così come non vado a vedere film di questo genere e non metto piede sulle montagne russe da più di quarant’anni, credo che per leggere ancora Lansdale mi orienterò su quella sua parte di tematiche abbordabile dai deboli di stomaco.
Il Lettore

Nessun commento:

Posta un commento