mercoledì 4 giugno 2014

Lezioni (semiserie) di Scrittura Creativa – Prima puntata

Ma sì, dal momento che in passato vi ho fornito qualche consiglio su come affrontare un editore, farò il buono e comincerò ad elargirvi delle preziose indicazioni sul come migliorare la vostra tecnica di scrittura in modo che i Valutatori delle case editrici non interrompano dopo appena tre pagine la lettura dell’elaborato che gli avete spedito. Sull’argomento ho già scritto un libro e quindi di materiale già pronto ne avrei anche, ma preferisco ricominciare da capo e spiegare alcuni concetti con parole nuove e pure scherzandoci sopra. Chissà mai che possa servire anche a me.

La pubblicazione delle presenti lezioni avrà una cadenza zoologica, nel senso che non seguiranno un calendario dal ritmo preciso ma saranno condizionate dall’estro dello scrivente, e di conseguenza usciranno su questo blog un po’ a gatto selvaggio, ovvero a cazzo di cane, come suol dirsi. Abbiate pazienza, si va ad iniziare.


1 - LA SPINTA
Vi siete chiesti per quale motivo strano vi è venuta all’improvviso la voglia di mettervi a scrivere? Esistono una marea di passatempi con i quali impiegare il vostro tempo libero, perché mai dovreste rinchiudervi in casa con una penna o davanti al pc a svolgere un’occupazione che vi porterà via un mucchio di tempo?
Un’occupazione oltretutto antisalutare, che vi costringerà su una sedia acutizzando la vostra ernia, che rammollirà i vostri muscoli, indebolirà le vostre ossa e contribuirà al lievitare della vostra pancetta. Che vi isolerà in una vita da eremita; che vi renderà antipatici ai vostri amici i quali vi tacceranno di essere diventati degli orsi scontrosi ed egocentrici; che vi farà litigare con il vostro partner tutte le volte che vi distoglierà dalla concentrazione nella quale siete assorti; che vi farà imbufalire se qualcuno avrà l’ardire di criticare quel passo sul quale avete tanto penato (diavolo, non esiste maniera migliore di scriverlo!); che si risolverà in una delusione (con conseguente esaurimento nervoso) quando scoprirete che delle cose che scrivete non interessa proprio nulla a nessuno; un’occupazione che oltretutto avrà una miserrima probabilità di riuscita e quasi certamente alla fine si risolverà in una mazzata ben assestata alla vostra autostima.
Ve lo siete chiesti? Se la risposta è positiva e la conclusione è che volete ancora farlo, allora lasciatemi dire che siete proprio degli incoscienti. Ma se proprio lo ritenete ancora utile, continuate pure a leggere.
Probabilmente questo desiderio vi ha assalito perché da sempre amate i libri e la lettura, e in qualche momento del vostro percorso letterario avete pensato: ma dài, se Tizio è riuscito a scrivere un libro così, allora sono capace anch’io! Oppure, meno prosaicamente, vi si è formata in mente quell’idea di buttare giù un qualcosa, non sapete ancora bene cosa, ma qualcosa che parli di… sì, quello, intanto butto giù due frasi come viene viene, poi vediamo. Oppure: oggi piove, quasi quasi scrivo qualcosa… Ma anche perché adorate l’oggetto-libro, e uno dei vostri desideri più segreti è sempre stato quello di vedere uno di questi feticci con il vostro nome scritto in copertina. Le ragioni sono tante quante le persone che scrivono.
E poi, che cos’è questa mania dilagante dello scrivere? Oggi sembra che scrivano tutti (complice la maggior quantità di tempo libero e il correttore automatico di Word), e che lo scrivere porti all’esterno le parti peggiori di ognuno (un po’ come il bridge). Esistono persone che si imbestialiscono perché un editore si rifiuta di pubblicare un loro manoscritto, ritenendo, ovviamente il più delle volte a torto, che esso sia invece meritevole di essere stampato. E magari è la prima volta che hanno provato a scrivere qualcosa. Amo la pittura, ma non mi sognerei mai né di dipingere un quadro né, tantomeno, qualora l’avessi mai dipinto di proporlo ad una galleria d’arte.
È come se questa gente invece pretendesse di effettuare un bypass cardiaco dopo aver tenuto un bisturi in tasca  per una giornata. È come se si arrogassero il diritto di pilotare uno Shuttle dopo una visita turistica alla Nasa. È come se pretendessero di allenare la Nazionale di calcio solo per averne parlato al bar la sera prima. È come… va be’, basta.
Absolute beginners irritanti, saccenti, presuntuosi che solo perché hanno imparato a scrivere alle elementari (e poi hanno disimparato al liceo) si ritengono in grado di costruire subito, al primo tentativo, un romanzo di successo, e si inalberano se qualcuno fa notare loro che le cose non stanno esattamente in questo modo. Ti minacciano pure, quelli stronzi.
Abbassiamo la cresta.
Scrivere è facile, si impara da piccoli, è un passatempo anche poco dispendioso, tutto sommato.
Saper scrivere è tutta un’altra cosa.
Non basta averne l’intenzione per riuscire a tramutare quel pio desiderio in una realtà concreta: scrivere è faticoso, stancante come spalare argilla; è lungo, avrete bisogno di tanto tempo a disposizione; è difficile: per ottenere un qualcosa di valido bisogna conoscere le tecniche, quindi bisogna studiare e studiare come per qualsiasi altra disciplina; è alienante: dovrete essere coerenti come una formica, tenaci come una colla epossidica, disciplinati come un cadetto di West Point (che similitudini che ho trovato!); è destabilizzante: l’atto dello scrivere è uno dei comportamenti più asociali che possano esistere; senza contare che i risultati saranno aleatori come un sei al superenalotto.
Come vedete sto facendo di tutto per scoraggiarvi perché so che la maggior parte di voi, seppur animati da lodevoli intenzioni, se mai riuscissero a scrivere qualcosa per intero la spedirebbero a qualche editore. E forse con la mia sfortuna prima o poi sarei costretto a leggerla. Considerando che il 95% degli elaborati che mi arrivano rimangono molto lontani dal superare la prova…
Ma se siete coerenti, tenaci e disciplinati, se sentite di avere dentro di voi quella spinta irrefrenabile, questi miei puerili tentativi di farvi cambiare idea non serviranno a nulla, e allora tanto vale cominciare a darvi davvero qualche consiglio per cercare di rendere i vostri scritti interessanti quel tanto che basta a far proseguire un eventuale lettore (me) per più di tre pagine.
Buona fortuna, alla prossima.
Lo Scrittore Insegnante 

4 commenti:

  1. Contributo serio alla bella iniziativa (ma ne sarò capace?) :-)
    Un grande pensatore che non ricordo più chi sia, disse che di solito s'inizia a scrivere per condividere una grande gioia oppure a seguito di un grande dolore. Nel mio caso fu così, a sentirmi dire che il periodo più bello della mia vita (essere podista) doveva terminare, scatenò la bestia narrativa. E se penso che da quel giorno sono passati quasi cinque anni e di romanzi ne ho scritti sei, è facile capire come quel dolore dovesse essere davvero forte.
    Oltre ai tuoi "faticoso, lungo, difficile, alienante ecc." mi permetto di aggiungere, a beneficio di coloro che hai tentato di spaventare, anche terribilmente emozionante. Non importa di quale genere stai scrivendo, la prima emozione la vivi sentendo nascere dentro di te l'idea. E poco alla volta la sentirai ardere sempre più, ti riempirà ogni attimo libero della vita, ti farà compagnia ogni notte. Scoprirai di amare ciò che scrivi, i tuoi personaggi diventeranno più amici dei veri amici. E il bello di tutto ciò è che in quel periodo, calato nel ruolo spinto solo da una sana esaltazione, mai ti verrà in mente ciò che ti attende una volta che avrai finito. Quella è davvero la parte più brutta anche se, indipendentemente dall'esito editoriale, quelle emozioni dello scrivere, le tue emozioni, non te le porterà via mai nessuno.
    Minchia che serietà... aiutatemi!
    :-)

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    1. Ammazza che serietà! Fortuna che ho scritto "semiserie", altrimenti si andava sul pesante!
      A parte gli scherzi, ti ringrazio per il bellissimo contributo e non posso fare altro che darti ragione: quando scrivo mi immergo a tal punto che sparisce tutto il resto, e non penso ad altro 24 ore su 24, e chissenefrega del dopo!
      Funziona proprio come l'hai descritto.
      Sei romanzi in cinque anni... si tratterà mica di logorrea creativa??!! :-) :-)
      Grazie Massimo, ciao!

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  2. Non ho mai commentato prima, anche se passo spesso, ma ho trovato questo post delizioso e assolutamente condivisibile.
    Certo, io ho iniziato a scrivere solo perché all'università da fuori sede non conoscevo nessuno e mi annoiavo e quindici anni dopo (con un romanzo pubblicato e un un altro in arrivo) sono ancora qua che persevero, per cui non so quante persone riuscirai a dissuadere!

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    1. Ciao Tenar, grazie del delizioso! Io spero solo di riuscire a dissuadere tutti quelli che scrivono così tanto per farlo, perché non hanno nient'altro da fare, perché poi mi tocca leggerli! Ma so già che è una battaglia persa in partenza: stamattina l'editore con cui collaboro mi ha mostrato alcuni manoscritti cartacei arrivati in redazione che non aveva potuto mandarmi via mail... Orrore! Ecco, ho provato a far passare la voglia a quelli,
      In bocca al lupo per... l'altro in arrivo!

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