venerdì 20 giugno 2014

Il Vangelo di Maria Maddalena

Negli anni successivi alla pubblicazione de Il Codice Da Vinci sono usciti sulla sua onda una caterva di romanzi concernenti le stesse tematiche che Dan Brown aveva a sua volta ripreso pari pari dall’interessante saggio Il Santo Graal, scritto da Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Non credo che l’accusa di plagio che a suo tempo i tre autori avevano rivolto a Brown sia sfociata in alcunché di fatto, né me ne può fregare di meno, ma capisco come i tre si possano essere sentiti defraudati di qualche buon milioncino di dollari. Del resto penso che sia stato in gamba Dan Brown a saper romanzare quelle che i tre avevano giustamente esposto solo come delle affascinanti ipotesi.


Indubbiamente, se esistessero prove concrete dell’esistenza di un altro Vangelo più credibile dei quattro canonici, e se questo Vangelo fosse addirittura scritto da una donna, e se questa donna fosse stata addirittura la legittima moglie di Gesù Cristo, e se addirittura si fosse chiamata Maria Maddalena, e se nientedimeno al momento della Crocifissione Maria stesse aspettando il terzo figlio, e se poi tutti loro fossero fuggiti in Francia dando origine a conosciute stirpi reali, allora, dicevo, le parole di questo ipotetico Vangelo potrebbero provocare un terremoto inimmaginabile che metterebbe seriamente in crisi il potere politico costruito dalla Chiesa Cattolica in 2000 anni.
Il ritrovamento di questo testo è l’assunto su cui si è basata Kathleen McGowan per scrivere il suo Il Vangelo di Maria Maddalena, romanzetto senza lode e senza infamia, condito da una vena thriller francamente scritta male, banale e scialbina, con personaggi stereotipati e poco interessanti e della lettura del quale si può benissimo fare a meno.
Ma nonostante le pecche compaiano fin dall’inizio l’ho letto fino in fondo, perché ancora una volta sono rimasto affascinato dalla rivisitazione della vicenda del Cristo osservata da un’altra angolazione: il mio agnosticismo non mi impedisce di provare un interesse genuino per la figura di Gesù Cristo, sugli insegnamenti del quale andrebbe fondato il comportamento di qualsiasi persona civile, e la mia curiosità mi spinge a cercare ottiche alternative allo scontato e datato cinquanta millimetri con il quale il Catechismo ha plasmato l’adolescenza di milioni di persone.
Dando per certa l’esistenza di un predicatore di nome Easa, o Gesù, vissuto 2000 anni fa come riportato dagli storici di tutte le religioni, ci si può domandare: e se fosse vero che Easa avrebbe generato dei figli con sua moglie Maria di Magdala? E se fosse vero che la Maddalena stessa avrebbe scritto in prima persona la storia della Passione di suo marito? E se fosse vero che Easa prima di morire avrebbe investito Lei della carica di suo successore?
Se tutto ciò fosse vero, le basi stesse della Chiesa verrebbero a trovarsi d’improvviso senza più fondamenta. Un concetto per tutti: in duemila anni la Chiesa, o meglio gli uomini, i politici della Chiesa hanno cercato in ogni modo di imbrigliare l’importanza della figura femminile, di porla sempre un gradino più in basso dell’uomo in qualsiasi manifestazione sociale. Cosa succederebbe se si scoprisse che davvero Gesù aveva eletto Maria a condurre il suo gregge?
Sono queste ipotesi a rendere affascinanti le teorie più o meno fantasiose che hanno fatto guadagnare un mucchio di soldi a Brown e compari o che rendono Rennes Le Chateau uno dei luoghi più visitati al mondo. Ma per occultare e confondere gli indizi delle quali, se putacaso queste teorie possedessero un barlume di concretezza, i politici della Chiesa avrebbero avuto ben 2000 anni di tempo.
Il problema è che di tutte le teorie, canoniche e irreali, riconosciute e apocrife, plausibili o meno, non esiste alcuna prova concreta. Vera e originale. Non inquinata. Di prima mano. Dimostrabile. Nessuna.
Ma né in una, né nell’altra parte.
Il Lettore Gnostico

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