martedì 17 ottobre 2017

Origin

Dopo aver già venduto 200 milioni di copie dei suoi libri, indagando sui misteri più misteriosi dell’umanità (Leonardo da Vinci e Gesù Cristo, bombe atomiche su San Pietro, dischi volanti tra i ghiacci del polo, intelligenza artificiale e simbologia massonica) di che cosa potrebbe scrivere un bravo scrittore (e dagli con le ripetizioni!) per rinfocolare la curiosità e continuare a macinare carta in tipografia? Ma delle origini della vita, naturalmente. Tutto il resto sarebbe banale e scontato.
Da dove veniamo? Dove andiamo? Sono le domande che ci hanno sempre assillato e alle quali nessuno ha mai saputo dare una risposta.
Fortunatamente abbiamo un Dan Brown che si pone le stesse domande e trova anche le risposte. Da dove veniamo? Tranquillo, te lo dico io. Dove andiamo? Idem, per me anche il futuro non ha segreti.
E giù le rotative a sfornare copie su copie.




Copie di un libro del quale, incidentalmente, la versione cartacea costa ben 25 euro e in formato digitale te lo vendono alla pazzesca cifra di 16.
A sua difesa devo dire che perlomeno non è male: si legge bene ed è sufficientemente avvincente da non farti staccare fino a che non hai scoperto come va a finire. Anche se ben presto ti immagini chi è il misterioso protagonista “cattivo” della situazione. E il bello è che ci prendi.
Edmond Kirsch è un geniale scienziato informatico sul punto di rivelare una scoperta sensazionale che potrebbe mettere in crisi tutte le più seguite religioni del mondo. Ma viene assassinato in diretta tv proprio un attimo prima di divulgare la scoperta, e Robert Langdon (o toh, c’è anche l’esimio professore?) si prodiga in una caccia forsennata, insieme alla futura probabile regina di Spagna, per permettere al mondo di venire a conoscenza di quella scoperta.
Mi pare di averla già sentita, questa storia. Già! Ora che ci penso, è la stessa trama de Il Codice Da Vinci! Con poche variazioni. In effetti, la struttura del libro è identica a quella del romanzo più famoso di Brown, come lo stesso è il protagonista. Ci sono persone assassinate e una bella gnocca di contorno, un segreto da scoprire e rivelazioni fantasmagoriche, c’è scienza, religione, contestualizzazioni affascinanti e notizie interessanti da conoscere, cioè tutti gli ingredienti per farlo diventare un altro bestseller.
E Dan Brown è stato bravo a confezionare il pacco.
Sullo sfondo di una vicenda improntata all’azione l’autore ha insistito su quello che in fondo è un inno alla scienza, un’apologia dell’ateismo razionale contro le credenze irrazionali di tutte le religioni che si sono succedute dall’inizio dei tempi, e create per tentare di attenuare la paura congenita dell’uomo nei confronti dell’aldilà. Per provare a giustificare in qualche modo la nostra presenza su questa terra, per dare un senso a tutti noi.
Ma dal momento che siamo qui per parlare del libro non mi dilungherò su questo argomento. Tra l’altro, al momento sto leggendo in contemporanea un altro volume, non un romanzo ma un saggio, imperniato proprio sugli stessi concetti di scienza e religione, in questo caso trattati in modo serio da una delle personalità più in vista del ventesimo secolo, e quindi ritornerò a breve sulla faccenda. Abbiate pazienza.
Dicevo il libro di Brown. A me è piaciuto, sia pure con alcuni aspetti criticabili, uno dei quali è la prolissità: allo scopo di spiegare nei minimi particolari tutti i lati del confronto scienza/religione, nonché i più nascosti aspetti delle più recenti scoperte scientifiche, nonché i lati più curiosi della storia di Spagna, nonché i luoghi più affascinanti dell’arte spagnola e francese, nonché le tecniche informatiche più innovative… (tiro il fiato…), Brown la fa veramente lunga, fin quasi al punto di spazientirti, rimandando di continuo le rivelazioni a cui ti aveva preparato e che tu vorresti sapere subito. Grande professionalità, perché poi queste rivelazioni arrivano, senza lasciarti con il dubbio su nulla e chiarendo man mano tutti gli interrogativi che ti aveva suscitato in precedenza. E risolvendo il tutto con spiegazioni esaustive e plausibilissime, anche se alcune di queste sono basate su una domanda fondamentale: ci devo credere o no?, lasciando al lettore la libertà di decidere ognuno secondo le proprie convinzioni.
E alla fine, dopo aver dipinto ogni sorta di scenari pessimistici, il romanzo si chiude con una rosea ventata di ottimismo.
Ottimo, sei portato a pensare, almeno questi soldi non li ho buttati via del tutto.
Il Lettore 

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