Della serie: mi piace leggere
Elizabeth George e mi sono
ripromesso di farmi tutti i suoi gialli in ordine cronologico, anche perché il
mio editor me li ha procurati tutti in formato epub, ma sono costretto a centellinarli, perché non posso annoiarvi
pubblicando a ripetizione i post che
la riguardano.
Questo Scuola omicidi del 1990 è il terzo
della serie con l’ispettore Lynley.
In questa puntata Lynley e
Havers devono investigare sul cadavere di un ragazzo abbandonato in un cimitero fuori mano e questo li porterà a
scavare nei segreti di docenti e alunni di una scuola privata del tutto simile a quella che il poliziotto nobiluomo ha
frequentato quand’era ragazzo. Simile alla Charterhouse,
per intenderci con i musicomani.
Di nefandezze ne emergeranno a vagonate, il tutto però tenuto
accuratamente nascosto dall’aura di segretezza che avvolge il cosiddetto ceto
inglese “rispettabile”. Inenarrabili fenomeni di bullismo, tradimenti, torture,
omosessualità non consenziente, fino a sfociare nell’assassinio che i due
tutori della legge alla fine risolveranno dopo una paziente e approfondita
indagine.
Una delle cose belle di
questo, e in genere degli altri romanzi della George, è che vedi gli
investigatori all’opera, vedi i fatti venire fuori man mano e non ti cadono
dall’alto sotto forma di rivelazioni improvvise e miracolose o improbabili
colpi di scena come nei peggiori gialli di Jeffrey
Deaver. Non ci sono colpi di scena ogni quattro righe ma un lavoro
paziente, preciso e metodico, con scoperte successive che via via ti fanno
sospettare di aver individuato l’assassino in qualche personaggio per poi veder
infrangersi le ipotesi fatte dopo ogni nuova rivelazione.
Insieme all’indagine la
George inserisce ogni volta ulteriori tasselli
a delineare in modo sempre più accurato le figure dei protagonisti: fa evolvere
la conoscenza del modo di pensare di Lynley e dei suoi amori; aggiunge
accadimenti alla storia familiare di Havers; scava a fondo nei problemi
psicologici degli amici di Lynley Simon
St. James e sua moglie Deborah, fino
a costruire, avventura dopo avventura, un mosaico accurato che ti fa
affezionare ai suoi personaggi.
Mi dispiace per voi, e magari
non nel prossimo post, ma a breve aspettatevi ancora qualcos’altro della
George.
Il Lettore
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