lunedì 10 luglio 2017

Scuola omicidi

Della serie: mi piace leggere Elizabeth George e mi sono ripromesso di farmi tutti i suoi gialli in ordine cronologico, anche perché il mio editor me li ha procurati tutti in formato epub, ma sono costretto a centellinarli, perché non posso annoiarvi pubblicando a ripetizione i post che la riguardano.
Questo Scuola omicidi del 1990 è il terzo della serie con l’ispettore Lynley.




In questa puntata Lynley e Havers devono investigare sul cadavere di un ragazzo abbandonato in un cimitero fuori mano e questo li porterà a scavare nei segreti di docenti e alunni di una scuola privata del tutto simile a quella che il poliziotto nobiluomo ha frequentato quand’era ragazzo. Simile alla Charterhouse, per intenderci con i musicomani.
Di nefandezze ne emergeranno a vagonate, il tutto però tenuto accuratamente nascosto dall’aura di segretezza che avvolge il cosiddetto ceto inglese “rispettabile”. Inenarrabili fenomeni di bullismo, tradimenti, torture, omosessualità non consenziente, fino a sfociare nell’assassinio che i due tutori della legge alla fine risolveranno dopo una paziente e approfondita indagine.
Una delle cose belle di questo, e in genere degli altri romanzi della George, è che vedi gli investigatori all’opera, vedi i fatti venire fuori man mano e non ti cadono dall’alto sotto forma di rivelazioni improvvise e miracolose o improbabili colpi di scena come nei peggiori gialli di Jeffrey Deaver. Non ci sono colpi di scena ogni quattro righe ma un lavoro paziente, preciso e metodico, con scoperte successive che via via ti fanno sospettare di aver individuato l’assassino in qualche personaggio per poi veder infrangersi le ipotesi fatte dopo ogni nuova rivelazione.
Insieme all’indagine la George inserisce ogni volta ulteriori tasselli a delineare in modo sempre più accurato le figure dei protagonisti: fa evolvere la conoscenza del modo di pensare di Lynley e dei suoi amori; aggiunge accadimenti alla storia familiare di Havers; scava a fondo nei problemi psicologici degli amici di Lynley Simon St. James e sua moglie Deborah, fino a costruire, avventura dopo avventura, un mosaico accurato che ti fa affezionare ai suoi personaggi.
Mi dispiace per voi, e magari non nel prossimo post, ma a breve aspettatevi ancora qualcos’altro della George.
Il Lettore 

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