Come ho già detto in più
post sono anche un appassionato di fotografia, di conseguenza molto spesso mi
soffermo a studiare le varie gallerie fotografiche che appaiono in rete. La
cosa che non capisco è come facciano alcuni fotografi ad avere eco in tutto il
mondo per degli scatti che sarebbero riusciti meglio anche alla mia gatta.
Il libro di oggi, Leggere la fotografia di Augusto Pieroni, è un testo prettamente
tecnico e la sua recensione è solamente una scusa per cavarmi un sassolino da
una scarpa. L’autore è uno storico e critico d’arte che in questo saggio
compendia un’analisi delle tecniche necessarie a comprendere al meglio il
linguaggio fotografico, tecniche dalle quali molte persone che si definiscono
“fotografi” dovrebbero attingere prima di mandare per il mondo i loro obbrobri.
Testo interessante, immagini esplicative, esempi esaurienti, citazioni di
fotografi famosi fanno di questo libro un piacevole studio per tutti quelli che
si avvicinano al mondo dell’immagine.
Ma sembra che molti di
questo libro (e di tanti altri che trattano gli stessi argomenti) non abbiano
mai sentito parlare, quegli stessi che appena presa in mano una macchinetta
digitale da due lire si sentono alla stregua di un Gianni Berengo Gardin.
Date un’occhiata a queste
due gallerie:
Ora, al di là del
significato artistico e sociale dei temi trattati, e qui ci sarebbe da
discutere parecchio dal momento che anch’io avevo pensato di realizzare
profondi reportage artistici su “250
cucine dopo che si è preparata una cena per 10 persone” o “500 water immortalati prima di tirare lo
scarico” o “2000 istantanee del mio
gatto nero mentre vomita palle di pelo” o ancora “Cinquanta ricerche dell’attimo in cui si stacca una foglia dal ramo”
ma poi non l’ho fatto perché un’analisi socio-ambientalistica dei temi
ipotizzati mi ha convinto che essi non rientravano nella congiunzione
paradigmatica tra il concetto empirico di assoluto e il non-essere, con tutto
ciò che questo possa voler dire, mi limiterei all’osservazione dei singoli
scatti dal punto di vista tecnico, facendo tesoro delle lezioni che mi sono
state fornite da un amico, valente fotografo, nel corso di lunghe
conversazioni.
Le due gallerie linkate,
soprattutto quella sulle camere da letto, forniscono un esempio di tutti gli errori che non si devono commettere nell’atto di
scattare una fotografia. E non crederò mai che l’abbiano scattate così apposta.
Immagini sovraesposte (o
sottoesposte), sfocature, micromossi, protagonisti oscurati e/o di spalle e/o
centrati, regola dei terzi ignorata, teste e/o piedi e/o mani tagliate,
sbilanciamenti compositivi, soggetti principali troppo lontani e/o troppo
vicini alla camera e/o che non guardano in essa, sfondi da dimenticare, occhi
chiusi, orizzonti inclinati, peluzzi sul sensore, volti illeggibili, bianchi
sparati, bruciature da luci dirette, linee oblique e/o convergenti, espressioni
da deficienti e/o pose ridicole (ma questo può far parte della ricerca artistica), c’è di tutto, ci si
potrebbe realizzare un libro sul come
non fare una fotografia. Foto che qualsiasi dilettante assoluto (leggi mia
moglie in vacanza) sarebbe riuscito a scattare senza stare a porsi alcun
problema tecnico o compositivo.
L’arcano sta nel fatto che
foto come queste vengono rilanciate in tutto il mondo da agenzie di stampa
compiacenti che invece di dire all’autore le
tue foto fanno cagare le osannano e forniscono loro pubblicità, forse
perché non hanno argomenti veramente interessanti
da pubblicare.
Non mi venite a parlare di
contenuto artistico, vi prego, io sono sempre quello che si schiera dalla parte
dell’inserviente di Bari.
Il Lettore & il
Fotografo
Intanto grazie per valente fotografo,davvero troppo buono, caro freereader. Mi è parecchio piaciuta la tua tirata nei confronti dei soloni della fotografia.E quanto ci sarebbe da dire su certi "maestri" che hanno avuto solo la capacità di sapersi vendere molto bene ( ...beati loro che sanno farlo) ma il discorso si farebbe troppo lungo. Bella idea questo tuo blog sulla lettura: ti seguirò con piacere. (bello anche il tuo occhio di lupo)
RispondiEliminaGrazie! Si fa quel che si può...
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