Dopo Einstein pensavo di potermi rilassare con la lettura di qualcosa di
leggero, ma tanto bene mi sono capitati sotto mano ben due testi che dire tosti
sarebbe poco, entrambi di recentissima uscita e che necessitano anch’essi di un
certo tempo per essere letti e assimilati. Ne sentirete parlare prossimamente
su questi schermi.
Quindi, dal momento che non avevo nessuna lettura attuale
della quale proporvi la critica, ho ripescato dagli scricchiolanti scaffali
della mia libreria un simpatico saggio letto qualche tempo fa, e ci ho
articolato sopra un commentino. Tanto per tenermi in esercizio.
Non è la Bocca di rosa di Fabrizio De Andrè, ma come
specifica il sottotitolo: Storia, miti e
pratiche dell’amore orale, siamo in presenza di una trattazione simpatica e
semiseria proprio sul punto di congiunzione tra la bocca e gli organi genitali,
sviluppata da un giornalista, Luciano
Spadanuda, che è uno dei massimi esperti italiani di storia dei costumi sessuali.
In quest’epoca di
contraddizioni, di forzate liberalizzazioni e sospetti moralismi, di malattie
demonizzate ed eccessive ostentazioni, di falsi perbenismi, Spadanuda
ricostruisce senza alcun finto pudore la storia delle due pratiche sessuali più
comunemente sostitutive (o integrative) dell’amplesso, fellatio e cunnilingus, analizzandone aspetti e scopi e tirando in
ballo una nutrita casistica di personaggi illustri che hanno parlato (od
usufruito) di tali sistemi. Da Teophile Gautier ad Eleonora d’Aquitania, da
Marziale a Cleopatra, da Giosuè Carducci a Charlie Chaplin a Marilyn Monroe, da
Linda Lovelace a Bill Clinton e tantissimi altri, una moltitudine di uomini e
donne vengono coinvolti in un percorso attraverso i secoli che spiega non solo
il perché del successo continuo di tali divertimenti alternativi nonostante
tutti i divieti e le censure (morali) che via via hanno cercato di impedirli,
ma chiarisce anche come in determinati periodi storici si preferiva fare
ricorso ad essi, in sostituzione di,
per combattere o perlomeno arginare il dilagare di epidemie o per ovviare ad
una consolidata assenza di corrette abitudini igieniche, oltre ovviamente come
sistema contraccettivo.
Anche per quest’ultimo
motivo è naturale che la parte più corposa del testo sia dedicata alla fellatio, ed anche perché storicamente
la donna è stata per una gran parte dei secoli considerata alla stregua di una
proprietà, di un bene economico quando non di una serva o di una fattrice di
figli e null’altro (e purtroppo ancora oggi in alcune aree del mondo la
situazione è rimasta invariata), e di conseguenza, come afferma l’autore, “chi mai si sarebbe preso il disturbo di
andare a leccare la fica a una donna per procurarle piacere e per gratificare
la sua femminilità?” (oops…).
Spadanuda non cade
nell’errore di tentare di spiegare dal punto di vista psicologico il perché
queste pratiche sono sempre state gradite e piacciono tanto, ma attraverso una
lunga serie di racconti, aneddoti, richiami storici e letterari si limita a
ripercorrerne l’usanza attraverso i secoli, in un libretto veramente carino, godurioso, oserei dire.
Il Lettore
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