venerdì 14 marzo 2014

Bocca di rosa

Dopo Einstein pensavo di potermi rilassare con la lettura di qualcosa di leggero, ma tanto bene mi sono capitati sotto mano ben due testi che dire tosti sarebbe poco, entrambi di recentissima uscita e che necessitano anch’essi di un certo tempo per essere letti e assimilati. Ne sentirete parlare prossimamente su questi schermi.

Quindi,  dal momento che non avevo nessuna lettura attuale della quale proporvi la critica, ho ripescato dagli scricchiolanti scaffali della mia libreria un simpatico saggio letto qualche tempo fa, e ci ho articolato sopra un commentino. Tanto per tenermi in esercizio.


Non è la Bocca di rosa di Fabrizio De Andrè, ma come specifica il sottotitolo: Storia, miti e pratiche dell’amore orale, siamo in presenza di una trattazione simpatica e semiseria proprio sul punto di congiunzione tra la bocca e gli organi genitali, sviluppata da un giornalista, Luciano Spadanuda, che è uno dei massimi esperti italiani  di storia dei costumi sessuali.
In quest’epoca di contraddizioni, di forzate liberalizzazioni e sospetti moralismi, di malattie demonizzate ed eccessive ostentazioni, di falsi perbenismi, Spadanuda ricostruisce senza alcun finto pudore la storia delle due pratiche sessuali più comunemente sostitutive (o integrative) dell’amplesso, fellatio e cunnilingus,  analizzandone aspetti e scopi e tirando in ballo una nutrita casistica di personaggi illustri che hanno parlato (od usufruito) di tali sistemi. Da Teophile Gautier ad Eleonora d’Aquitania, da Marziale a Cleopatra, da Giosuè Carducci a Charlie Chaplin a Marilyn Monroe, da Linda Lovelace a Bill Clinton e tantissimi altri, una moltitudine di uomini e donne vengono coinvolti in un percorso attraverso i secoli che spiega non solo il perché del successo continuo di tali divertimenti alternativi nonostante tutti i divieti e le censure (morali) che via via hanno cercato di impedirli, ma chiarisce anche come in determinati periodi storici si preferiva fare ricorso ad essi, in sostituzione di, per combattere o perlomeno arginare il dilagare di epidemie o per ovviare ad una consolidata assenza di corrette abitudini igieniche, oltre ovviamente come sistema contraccettivo.
Anche per quest’ultimo motivo è naturale che la parte più corposa del testo sia dedicata alla fellatio, ed anche perché storicamente la donna è stata per una gran parte dei secoli considerata alla stregua di una proprietà, di un bene economico quando non di una serva o di una fattrice di figli e null’altro (e purtroppo ancora oggi in alcune aree del mondo la situazione è rimasta invariata), e di conseguenza, come afferma l’autore, “chi mai si sarebbe preso il disturbo di andare a leccare la fica a una donna per procurarle piacere e per gratificare la sua femminilità?” (oops…).
Spadanuda non cade nell’errore di tentare di spiegare dal punto di vista psicologico il perché queste pratiche sono sempre state gradite e piacciono tanto, ma attraverso una lunga serie di racconti, aneddoti, richiami storici e letterari si limita a ripercorrerne l’usanza attraverso i secoli, in un libretto veramente carino, godurioso, oserei dire.
Il Lettore

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